Arriva in Sardegna l’ispezione del ministero della Giustizia. Il caso è quello della decadenza di Alessandra Todde da consigliere regionale e dunque da presidente della regione per irregolarità nelle spese durante la campagna elettorale. E ora il ministro Nordio vuole vederci chiaro: prima di tutto sulla revoca del legale del collegio di garanzia elettorale che il 3 gennaio aveva multato e notificato la decadenza a Todde, poi sul conflitto d’interessi dell’attuale presidente, che ha sostituito Gemma Cucca andata in pensione, Costantino Poddighe, marito del segretario generale della regione Marcella Marchioni, scelta dalla Todde, che ricopre anche il ruolo di direttore generale dell’assessorato del Bilancio guidato dal vicepresidente Meloni.
Proprio Poddighe, preso il posto della Cucca, aveva revocato il mandato a Fercia, lasciando così il collegio senza difesa nel procedimento in tribunale.
“Alla luce di questi elementi, i deputati “interrogano il ministro della Giustizia per sapere quali iniziative intenda assumere, anche attraverso l’attivazione dei poteri ispettivi, per accertare eventuali responsabilità disciplinari a carico del presidente della Corte d’Appello di Cagliari Poddighe e garantire il rispetto dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura, gravemente compromesse da una gestione che potrebbe avere finalità di interferenza sull’esito di giudizi ancora in corso”, scrivevano i parlamentari.
“Gli elementi sinora raccolti rendono necessaria la prosecuzione degli accertamenti già disposti, e ciò anche al fine di approfondire la questione relativa all’ipotizzato conflitto di interessi dell’attuale Presidente del Collegio con la destinataria dell’ordinanza opposta in ragione del rapporto di coniugio intercorrente tra il primo e la dott.ssa Marcella Marchioni, Direttore Generale dei Servizi Finanziari della Regione”, si legge nella risposta scritta all’interrogazione.
“Invero, il sospetto paventato nell’atto parlamentare non può esimere quest’ Amministrazione dal compiere tutte le doverose verifiche. E’ per questa ragione che è stato dato incarico alla competente articolazione ministeriale di procedere in tal senso.
Resta inteso, dunque, che il Ministro della giustizia non mancherà, nei limiti delle proprie competenze, di assumere le opportune iniziative“.