di Ignazia Melis
Capita che cammini per Cagliari e incontri Davide, buttato x strada come fosse spazzatura. Nessuno si cura di lui: mi fermo, lo guardo, faccio qualche foto.Non capisco, solo quando vedo che si rovescia mi rendo conto che è in pericolo. Chiedo aiuto, un passante lo sorregge, corro verso un agente della Vigilanza Sardegna che presta servizio all’imbarco del porto. Lui chiama l’ambulanza,che arriva dopo circa 20 minuti. Intanto cerco di parlare con lui: Davide ha 49 anni, sta male, urla e invoca sua madre. Scopro che è morta da poco: abita in zona Is Mirrionis, beve e fuma. Troppo.spesso girovaga per la citta senza meta e spesso si ritrova nel porto, dove io oggi l’ho trovato mezzo morto, strafatto di vino. Davide ha bisogno di aiuto,di qualcuno che si prenda cura di lui: quando arriva l’ambulanzaglioperatori sanitari gli dicono “Ciao Davide”, lo conoscono tutti. Spesso intervengono per aiutarlo: passa un giorno in ospedale e l’altro fuori, poi ancora vino, ancora stare male. Qualcuno racconta che era un bravo imbianchino prima che incominciasse a bere: quando è sobrio e trova qualcuno che lo ascolta racconta le barzellette, dimostra tutta la sua simpatia. Ora ringrazio te che lo hai aiutato senza aver paura di sporcarti le mani ,e nn come tutta quella gente che passava e guardava schifata, e tirava dritta. Davide è il nostro prossimo. Aiutiamolo, oltre l’indifferenza.












