Anzi asciutta, poiché erano solo delle grandi bufale. Scritte non a caso, però: ben articolate e spiegate, hanno scatenato l’immaginazione dei tanti appassionati di archeologia, ingordi e insaziabili di storia, quella che ancora oggi è celata nel sottosuolo sardo. “Stop ai lavori in piazza Manno a Oristano, ritrovata la tomba di Eleonora”: sarebbe stato sensazionale, a dir poco. Come i lavori sotterranei di collegamento tra l’orto dei Cappuccini in Viale Merello e l’orto botanico in Viale Fra Ignazio che hanno portato alla luce una colombaia e resti archeologici del Neolitico antico, firmato da Pierluigi Montalbano, il luminare dell’archeologia. “La scoperta, si diceva, era prevedibile dato che l’orto è in continuità con i sotterranei presenti nella zona dove negli anni Sessanta si trovarono tracce di insediamenti neolitici, in particolare nell’area in cui, davanti alla chiesa dei Cappuccini, sorgeva la fornace (abbattuta ‘clandestinamente’ a ferragosto del 1958): qui, nelle buche scavate per il prelievo dell’argilla, erano emersi fondi di capanna a forma circolare e allungata e tra i materiali fu recuperata anche un’ascia riferibile al Bronzo Antico”. Tutto molto interessante, tra i suoi lettori, qualcuno era già intenzionato a recarsi subito sul luogo per ammirare con i propri occhi la spettacolare scoperta. Tutto falso, però, come i canguri avvistati alla Giara assieme ai cavallini. Chi è cascato all’imbroglio, comunque, non si deve scoraggiare: 6 anni fa fu annunciato un ritrovamento in Ogliastra al TG di Canale 5, sempre descritto, alla perfezione, dal Maestro della storia del lontano passato Montalbano.











