Una Sardegna sempre più povera, con l’indice di povertà relativa schizzato nel 2022 al 16,1%. Significa che, volendo tirare le somme, 110mila famiglie sarde non sanno, spesso, come mettere insieme il pranzo con la cena. Con sfizi, lussi e svaghi assolutamente vietati per la mancanza di denaro nel portafoglio. Sono i dati choc presentati dalla Caritas regionale. Boom di richieste di aiuto per le bollette da pagare, in primis quella della luce, con i giovani tra 40 e cinquant’anni che, già stremati dagli anni del Covid che hanno portato a un aumento della disoccupazione, ora non sanno letteralmente che pesci pigliare. E chi ha un lavoro, spesso, ha un contratto da precario con una relativa paga insufficiente a vivere la quotidianità senza grattacapi. La stragrande maggioranza di chi si è rivolto ai centri d’ascolto della Caritas sparsi nell’Isola, il 64%, vive con familiari o parenti sotto lo stesso tetto, il 5,3% ha spiegato di trovarsi senza una casa stabile o in situazione di estrema precarietà abitativa. L’80,3% possiede un livello di istruzione basso o medio-basso e il 51% è in cerca di nuova o prima occupazione. I disoccupati sono più uomini (56,3%) con un’età media inferiore di poco ai cinquant’anni. Cioè, si trovano in un periodo della propria vita dove non si è più giovani per entrare facilmente nel mondo del lavoro e nemmeno sufficientemente anziani per andare in pensione.
Nel corso del 2021 i centri di ascolto Caritas della Sardegna hanno ascoltato almeno una volta 9540 persone con uno o più disagi a livello personale e familiare, il che farebbe moltiplicare tale indicatore a cifre ben più elevate. Il decremento tra il 2020 e il 2021 è stato di 585 persone. “Una diminuzione”, osserva il delegato regionale e responsabile del servizio studi e ricerche della Caritas regionale, Raffaele Calia, “che si spiega soprattutto con la rimodulazione o la conclusione di alcuni servizi attivati a causa della pandemia, come gli interventi di assistenza immediata divenuti necessari e urgenti a causa dell’emergenza sanitaria”. Ma la situazione, anche col Covid ormai quasi totalmente un ricordo, resta molto critica.









