di Tiziana Mori
Un post che diventa virale, in quanto scritto con il cuore, in un periodo come quello natalizio in cui riemergono i valori più importanti che spesso sono dimenticati, o accantonati rispetto a cose futili. Federica, accetta di condividere con noi di Casteddu on line, i suoi pensieri, che riporteremo tal quali, perché dopo il post da lei pubblicato su Facebook abbiamo chiacchierato e lei ha scritto per Tutti noi, una sorta di ‘diario’. “Una fotografia che voleva solo essere un messaggio per il mio compagno, uno di quei messaggi che vogliono dire :- hei , sono arrivata a destinazione, ora entro , a dopo…. Sì perche’ , a parte i momenti piu’ critici, ho sempre, per scelta, voluto recarmi alle visite da sola, e’ la normale vita di un paziente oncologico che fa un percorso di cura, io dico ironicamente che è il mio lavoro, quello di salvarmi la pelle. Quel giorno seduta su una poltroncina del 5°piano, quello delle chemio e degli oncologi per intenderci, io c’ ero per una semplice visita di controllo ma le emozioni sono sempre le stesse . S’ incrociano sguardi e anche se non ci sono segni evidenti ci si riconosce tra pazienti e “accompagnatori” e credetemi che gli sguardi piu’ preoccupati o spaventati sono quello dei parenti …. Tra di “noi” sono sguardi che parlano e dicono : « anche tu a combattere quest guerra?», «forza, andra’ tutto bene» o «so quello che provi». Incroci sorrisi appena accennati di saluto, e nonostante chi non c’e’ mai stato pensi sia un luogo spaventoso e triste, rimarrebbe stupito nel sapere che in una sala piena di gente che aspetta una seduta di chemioterapia ( a volte anche sei ore di attesa ) o una visita oncologica si respira pace e si ride anche e di gusto. Nulla a che vedere con la sala di un medico di famiglia in cui le persone sbuffano, spesso si attaccano e si lamentano per un’ ora d’ attesa … Mentre aspettavo e mi guardavo intorno, stavolta ho sentito forte una sorta di rabbia; rabbia per chi dovrebbe stare in fila alla cassa di un supermercato, magari a chiaccherare serenamente con la propria moglie o marito, invece di discutere .. Rabbia per chi si attacca al clacson se al semaforo non parti almeno un secondo prima che scatti il verde …. Rabbia per chi rende questo mondo “nervoso”, perche’ si ha sempre una maledetta fretta e si vuole tutto… e subito. Seduta su quella sedia ho scritto una riflessione e l’ ho pubblicata sul mio profilo facebook come ho fatto tante volte, ma stavolta …. Stavolta non so perche’, non so quale parola ha suscitato tanta condivisione. Sembrano un po’ le parole che I nostri genitori ci hanno sempre detto :« vedrai , quando sarai grande capirai perche’ ti diciamo questo e lo apprezzerai».
Parole scontate e quasi banali; ma allora?! Se lo sappiamo, perche’ non riusciamo a metterlo in pratica …. Non aspettate che sia la morte ad insegnarvi la vita …. Quando mi sento dire che tutti sappiamo di dover morire, sorrido e rispondo cosi’ «e’ vero, a parole lo sappiamo tutti, ma diverso è quando sai cosa vuol dire sentirti ad un passo dalla fine, lo sa ogni cellula del tuo corpo, e non si torna indietro da un’ esperienza cosi’ forte, ti cambia a livello profondo e in meglio». La malattia puo’ togliere tutto e insegnare altrettanto, lo sa bene chi vive nell’ incertezza continua di non avere un futuro, perche’ la paura e l’ incertezza resta anche quando il cancro molla la presa. Mi sono commossa nel vedere il mio pensiero condiviso da tantissime persone o che hanno lasciato una testimonianza del proprio percorso o del percorso di un loro caro. Sappiamo bene, noi che abbiamo consciuto “il cancro” , che i medici non parlano di guarigione, ma di tempo libero dalla malattia … Be’, per questo Natale come per ogni giorno, io Auguro a tutti, me compresa, un intervallo libero da malattia che duri il tempo di una lunga vita felice!- F.R.-“











