Da Iglesias a Monserrato per tornare a Carbonia ed essere ricoverata al Nostra Signora di Bonaria: la peripezia sanitaria di R.C. che in 18 ore ha dovuto visitare 3 ospedali diversi in preda a fortissimi dolori e svenimenti. “Al Policlinico c’erano 40 persone prima di me. Ora sono a San Gavino, mi hanno ricoverato”.
Una storia che racconta l’ennesima odissea di chi ha bisogno di cure non senza, però, dover tribolare assai: “Da un paio di giorni ho un dolore alla zona lombare che mi tiene segregata tutta la giornata tra letto e divano. Sto facendo punture, ma il dolore non passa. Ieri notte, verso le 20:30, mentre sto beatamente cenando mi sento male, svengo di colpo. Trascorre qualche istante prima di riprendere conoscenza ma, con la ripresa di coscienza, si amplifica anche il dolore alla zona lombare e alla gamba, che non risponde più alla sensibilità” racconta R.C. “Vengo caricata in macchina e portata al Policlinico, durante il viaggio svengo un’altra volta. Arriviamo lì per le 22 dove mi effettuano il triage, ma purtroppo alle 3 del mattino ancora nessun medico mi può visitare: 40 persone prima di me. Decidiamo di spostarci a Carbonia, sì, al Sirai di Carbonia. Arrivo con gli esami appena fatti, ma no, non vanno bene, dobbiamo ripeterli. Alle 7 arrivano gli stessi referti di qualche ora prima, ma ancora nessun medico mi visita. Arrivano più o meno le 9:30 del mattino, dove io, totalmente in lacrime per i dolori allucinanti, chiedo la cortesia di avere un antidolorifico, lo chiedo supplicando in lacrime”.
Il paziente racconta di un diverbio con il medico, “mi sono sentita sbagliata solo perché in lacrime ho chiesto un antidolorifico. Mi chiedo allora: questa è la nostra sanità?”. Uno sfogo dettato dalla rabbia, dal dolore fisico, dalla frustrazione per aver concluso nulla anche nel secondo ospedale.
“Per la cronaca, e concludo, mi sono recata a Iglesias al CTO, dove tutta l’equipe del pronto soccorso è stata gentile e premurosa con me, offrendomi sia le cure necessarie che assistenza psicologica, visto il mio stato di arrivo molto, molto agitato.
Oltre a ringraziare il CTO di Iglesias, ringrazio l’ospedale di San Gavino per le premurose cure, per il ricovero celere effettuato e per aver immediatamente attivato tutto ciò che era in loro possesso per cercare di aiutarmi con i dolori che mi stanno devastando”.












