Misure anti Covid, spettacoli bloccati in Sardegna: in crisi 5 mila lavoratori

I lavoratori sardi dello spettacolo chiedono misure per superare l’impasse e si mobilitano per richiamare l’attenzione su un settore in forte sofferenza. Il 30 ottobre si presidio davanti alla Prefetture. “In gioco c’è la salvaguardia del patrimonio artistico e culturale della Sardegna


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Sono oltre cinquemila, inchiodati dalle misure anti covid a una sostanziale inattività, senza sapere come e quando potranno ritornare in scena: i lavoratori dello spettacolo in Sardegna chiedono misure per superare l’impasse e si mobilitano insieme ai colleghi di tutta Italia per richiamare l’attenzione su un settore in forte sofferenza. Il 30 ottobre si svolgeranno davanti alle Prefetture i presidi organizzati da Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil nazionali per denunciare l’assenza di una prospettiva e sollecitare la pianificazione di una ripartenza. A Cagliari le categorie regionali sono impegnate nell’organizzazione della protesta in piazza Palazzo dalle 10 alle 13.

I lavoratori collegati in videoconferenza nell’assemblea unitaria convocata dalle categorie regionali questo pomeriggio, sono pronti a far sentire la propria voce. “Non è più accettabile il silenzio intorno a un settore importante come quello della cultura e dello spettacolo”, ha detto la segretaria regionale Slc Cgil Diletta Mureddu sottolineando che “il sindacato chiede attenzione e interventi urgenti per i tanti lavoratori rimasti senza lavoro, senza ammortizzatori e senza indennità”.

Cgil, Cisl e Uil regionali intanto, lo scorso 8 ottobre hanno inviato una richiesta di incontro agli assessori Biancareddu e Zedda, proprio per ragionare su tre azioni prioritarie. La prima non può che essere legata alla fase di emergenza: “Il settore – hanno scritto le segretarie Caterina Cocco (Cgil), Federica Tilocca (Cisl), Francesca Ticca (Uil) – è stato fortemente colpito dalle restrizioni ma, nonostante le misure di sostegno previste nell’Accordo quadro regionale firmato con i sindacati dalla Regione e la conseguente legge 22 rimasta sostanzialmente inattuata, i lavoratori sono tra quelli meno protetti e oggi più che mai in grande difficoltà”. Le altre due azioni sulle quali occorrerebbe riflettere sono invece legate alla prospettiva: su questo fronte le organizzazioni sindacali reputano necessario valorizzare competenze e professionalità e promuovere azioni di sostegno alle imprese che investono sulla qualità nel rispetto dei diritti dei lavoratori. “In gioco – fanno notare – c’è la salvaguardia del patrimonio artistico e culturale della Sardegna”.

A livello nazionale Slc, Fistel e Uilcom chiedono un tavolo permanente con i ministeri della Cultura, del Lavoro e con le associazioni delle imprese, le rivendicazioni sono molteplici: misure di sostegno al reddito certo, ma anche una riforma complessiva che restituisca dignità e tutele in un mondo variegato che subisce l’assenza di regole e garanzie garantiti in altri settori. Ad esempio, tecnici, attori, danzatori, musicisti, coreografi e tutte le professionalità dello spettacolo, chiedono il riconoscimento della Naspi e della copertura Inail ai lavoratori autonomi, la continuità di reddito per tutti i periodi di lavoro (perché non c’è solo il momento in cui si va in scena ma tutte le fasi preparatorie e formative), poi misure di contrasto al lavoro nero, semplificazione delle procedure e agevolazioni fiscali a sostegno della produzione e programmazione.

 


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