La Sardegna da oggi torna bianca, come le altre regioni, anche se i numeri dei reparti Covid negli ospedali, occupati al 20% dunque il doppio di un anno fa, non sono certo rassicuranti. Un po’ meglio le terapie intensive, scese leggermente sotto soglia al 9%. Ma è un ritorno più di forma che di sostanza, perché da venerdì prossimo il sistema delle regioni a colori non esisterà più, resterà solo la zona rossa per evitare il peggio. Ma per il resto, tutto o quasi tornerà alla normalità: si va verso l’abolizione del super green pass e della mascherina (ma non ancora al chiuso), non ci saranno più quarantena né Dad per i contatti dei positivi, non ci sarà più l’obbligo di vaccinazione per gli over 50 a meno che non si tratti di operatori sanitari. Non solo: anche gli insegnanti no vax potranno tornare a scuola, ma non per insegnare, e davvero non si capisce cosa dovrebbero tornare a farci, pagati con soldi pubblici ma senza mansione. I ragazzi, finalmente, dopo aver rinunciatoa vivere per due anni, potranno persino tornare in gita.
Il conto alla rovescia verso la normalità dopo due anni di apnea in una situazione a tratti surreale è dunque iniziato e si spera non debba essere interrotto per qualche ragione. Intanto, in Sardegna si contano 1.357.598 vaccinati con due dosi, pari all’84,9% della popolazione complessiva, con una decisa (e prevedibile visto l’annuncio della fine delle restrizioni) frenata delle somministrazioni soprattutto nei bambini che sono inchiodate al 45%, nonostante tutti i dati dimostrino che è proprio quella la fascia d’età al momento più a rischio. Addio quindi al tanto sbandierato obiettivo di coprire il 90% della popolazione entro l’estate col vaccino anti Covid: se ne riparlerà, ammesso che se ne riparli, non prima del 2024, mentre si moltiplicano gli appelli alla prudenza per contrastare la rapidissima diffusione di Omicron2.











