Coronavirus in Sardegna, per il presidente dell’Anci Emiliano Deiana ci sono “difetti di comunicazione tra Ats e sindaci”. Nel mirino di Deiana finiscono tutti quei casi, che avverrebbero “spesso e volentieri” nei quali la notizia della positività viene comunicata al sindaco di turno “dai soggetti positivi. Già nella “Fase 1” del Covid-19 Anci Sardegna fece notare a più riprese come fosse fondamentale conoscere “in diretta” le positività e i contatti sul territorio comunale. Il sindaco”, ricorda Deiana, “è obbligato a convocare il COC (Centro Operativo Comunale) per le attività di prevenzione e informazione della cittadinanza. Il sindaco è obbligato ad avvisare formalmente i comuni confinanti che a loro volta devono arrivare il loro COC e informare la popolazione nei modi ritenuti più idonei, i servizi sociali del comune possono fornire notizie valide per la ricostruzione dei contatti da Covid-19, il comune ha il dovere all’assistenza dei pazienti affetti da Covid-19 che non possono uscire di casa né avere contatti con altre persone (la stessa cosa vale per le persone in attesa di tampone come contatto diretto*) e i rifiuti prodotti dai soggetti positivi vanno trattati come rifiuti speciali: deve essere allertata la ditta, le maestranze per procedere in maniera professionale al ritiro e allo smaltimento dei rifiuti”.
Deiana prosegue: “Ats deve comunicare immediatamente al sindaco le generalità dei positivi da Covid-19, senza tergiversare, senza far trapelare notizie informali, ma seguendo la linea della coerenza di poteri e di responsabilità. Non è più tollerabile una sottovalutazione di questo aspetto centrale e determinante nel contenimento dei contagi. È opportuno che l’assessorato alla Sanità intervenga presso Ats per ripristinare il corretto funzionamento delle comunicazioni coi sindaci sardi. Mi giunge notizia che anche nella somministrazione dei tamponi, Ats, lavori in maniera difforme sul territorio regionale. In alcune parti – non dappertutto – del territorio regionale in particolare il tampone viene effettuato al soggetto sintomatico e non viene fatto, se non dopo 15 giorni, al convivente asintomatico”.












