Mille euro una tantum, prestiti e cassa integrazione in deroga. E più tavolini nel suolo pubblico a Cagliari, con tasse a pagare a partire dal 2021. Sono le richieste di Confesercenti per sostenere le imprese cagliaritane travolte dall’emergenza coronavirus. E’ un periodo di tremenda difficoltà: l’emergenza sanitaria nazionale a causa del Covid-19 sta mettendo in ginocchio il tessuto produttivo sardo. I continui aggiornamenti statistici che arrivano dalla Protezione Civile impongono al Governo delle scelte forti che limitano la libertà di impresa in tutta Italia. Questa situazione sta creando una situazione economica difficilissima, che può essere affrontata solamente con scelte economiche coraggiose.
Il 20 marzo si è svolta in videoconferenza una Presidenza Provinciale della Confesercenti di Cagliari, per analizzare il decreto Cura Italia e portare una serie di richieste alla Regione Sardegna, rafforzative a quanto previsto dal Governo.
“Riteniamo che soprattutto in questi momenti difficili la nostra associazione debba fare il suo dovere a tutela delle imprese del nostro territorio” commenta Marco Medda, Presidente della Confesercenti Provinciale di Cagliari “e la riunione è stata fondamentale per mettere a punto una serie di richieste di intervento che vogliamo porre sul tavolo del Presidente della Regione, tramite i nostri organismi Regionali”.
Ed ecco le richieste: un “reddito di sussistenza” (quantificato in mille euro una tantum) per tutte quelle micro imprese state costrette a tenere le loro attività chiuse, in aggiunta ai 600 euro previsti dal Governo. “Si tratta di una misura a nostro avviso necessaria per il commercio”, aggiunge Medda, “settore che la Finanziaria regionale (approvata in fretta e furia) non ha minimamente considerato. Ci sono stati stanziamenti importanti per l’artigianato e chiediamo con forza che quelle risorse vengano divise tra commercio e artigianato per soddisfare questa nostra richiesta. L’accesso al credito agevolato, sia relativamente alla definizione garanzie regionali che permettano alle aziende di non dover avere garanzie proprie, sia per quanto riguarda la tempistica di erogazione del prestito attraverso il sistema bancario, sia rispetto ai tassi di interesse devono essere vicini allo zero, sia relativamente ai tempi di ammortamento”
Confcommercio ha chiesto anche almeno un anno di pre ammortamento, con ammortamenti oltre gli 84 mesi, tagli da 50 mila euro di prestito concedibile e procedure rapide per la Cassa Integrazione in Deroga. Poi le richieste al Comune di Cagliari: “riteniamo che sia necessario, alla riapertura delle attività, concedere maggior spazio per il suolo pubblico dei locali”, chiede Medda, “concedendo all’operatore di poter pagare la tassa di occupazione a partire dal 2021, spalmandola nei 10 anni successivi. Sarà necessario che il Comune trovi fonti di finanziamento per permettere che questa azione si possa realizzare”.
C’è infine la richiesta di una forte campagna di informazione e sensibilizzazione per ribadire “che la Sardegna (e la città di Cagliari nel particolare) non è stata quasi colpita dall’emergenza sanitaria, in modo da creare l’idea per i turisti che sia un territorio “sano”, dove, dopo la riapertura delle attività, si può tranquillamente venire per passare qualche giorno di vacanza. Porteremo queste istanze sui tavoli delle Amministrazioni competenti entro i primi giorni della settimana prossima, nella speranza che, rispettando i protocolli imposti dal Governo, questa triste situazione finisca nel più breve tempo possibile” conclude Medda.










