Caos sulle ordinanze a Cagliari. In confusione anche le forze dell’ordine. L’attacco ieri di Francesca Ghirra, capogruppo dei Progressisti, in consiglio comunale al sindaco Paolo Truzzu. “Comprendiamo a pieno le difficoltà dettate dall’emergenza, ma non possiamo non sottolineare oggi, in questa sede, alcuni atti del sindaco che non abbiamo condiviso e continuiamo a non condividere”. ha dichiarato la Ghirra, “
Comprendiamo certamente lo straordinario sforzo di riorganizzazione a cui l’amministrazione e tutte le amministrazioni sono state chiamate: questo non può, però, avere come conseguenza la sospensione della democrazia. Non possiamo certo nascondere che non abbiamo apprezzato la sospensione dei lavori del consiglio per 7 settimane, come non possiamo che esprimere soddisfazione per la ripresa delle attività oggi, solo grazie alla nostra insistenza.
Non ci è piaciuto”, ha aggiunto, “ il suo modo di lavorare, sindaco, in totale solitudine: ma non solo rispetto al consiglio, ma nella scelta di gestire l’emergenza senza coinvolgere il terzo settore, le parti sociali e le associazioni di categoria. Sindaco, lei parla di responsabilità e precauzione. Dalle prime settimane di marzo non abbiamo fatto altro che vedere video contraddittori, manifesti intimidatori, ordinanze difformi rispetto alle disposizioni statali, finalizzati esclusivamente alla sua sovraesposizione mediatica, ma inutili ai fini della chiarezza delle comunicazioni ai cittadini. Atti che hanno creato confusione anche tra le forze dell’ordine.
Avremmo gradito maggiore coinvolgimento, maggiore celerità rispetto all’attivazione di misure indispensabili, soprattutto per i nostri cittadini più fragili, ma invece assistiamo ancora oggi a troppi ritardi.
Abbiamo molto apprezzato lo sforzo dei nostri uffici, ma non comprendiamo ad esempio le lungaggini nelle misure sulle politiche sociali, non seguite peraltro da una qualità nelle scelte portate avanti: i buoni spesa sono stati erogati tardi e senza alcun criterio, risorse che si sono in molti casi sommate al reddito di famiglie che non erano in stretta necessità, sottraendoli ad altre certamente più bisognose. Speriamo che le risorse regionali vengano assegnate con più oculatezza”.











