Il reddito di cittadinanza continua a fare gola, anche in Sardegna, a chi non ha i requisiti per ottenerlo. E, nell’ultimo anno, sono stati intercettati dalla Guardia di Finanza ben 2,7 milioni di euro finiti, irregolarmente, nelle tasche sbagliate, oltre a 300mila euro di contributi richiesti ma non ancora riscossi. E 381 persone sono state denunciate. Sono questi i numeri presentati durante il 247esimo anniversario della fondazione delle Fiamme Gialle a Cagliari. E tra chi ha intascato il reddito senza averne diritto ci sono anche “intestatari di ville e autovetture di lusso, evasori totali” e “persone dedite a traffici illeciti e facenti parte di associazioni criminali di stampo mafioso, già condannate in via definitiva”. Dati choc, che ben rappresentano un fenomeno, quello della percezione del reddito senza però trovarsi nelle condizioni di bisogno, ancora ben radicato anche nella nostra Isola.
A confermare tutto è Gioacchino Angeloni, comandante regionale dei finanzieri: “Circa l’ottanta per cento dei controlli che abbiamo svolto hanno dato esito positivo, abbiamo cioè riscontrato irregolarità, alcune di queste con rilevanza penale in quanto supportate da false dichiarazioni a pubblici ufficiali. C’è chi aveva il reddito ma lavorava in nero o aveva posizioni giuridiche non confacenti”, cioè condannati. E la parola mafia unita alla Sardegna? “Spesso sono persone arrivate nell’Isola che possono aver cercato di insediarsi nel nostro tessuto economico e finanziario, ma grazie alle peculiarità del popolo sardo che ha quasi sempre reagito in modo contrastante alla criminalità siamo riusciti a colpire anche certi rapporti pericolosi. Prova ne è l’operazione di ieri significa più di tutte i collegamenti con la camorra, infatti è stata eseguita dalla Dda di Napoli, si è provveduto ad eseguire numerose ordinanza di custodia cautelare e sequestri di beni, proprio in relazione ad infiltrazioni di natura camorristica su alcune attività economiche in Sardegna”. Che hanno a che fare con l’indebita percezione del reddito di cittadinanza? “In quel caso si tratterebbe soltanto di persone che hanno fatto istanza di percepire la provvidenza, pur trovandosi in una posizione di familiarità o addirittura di reclusione per condanni in sistemi di natura mafiosa”.








