Solo su prenotazione e con l’obbligo di tenere nome e cognome di ogni cliente per due settimane. È questa una delle regole contenute nell’ultimo decreto del Governo Conte, legate alle riaperture di ristoranti e locali che hanno tavolini: “Negli esercizi che dispongono di posti a sedere privilegiare l’accesso tramite prenotazione, mantenere l’elenco dei soggetti che hanno prenotato, per un periodo di 14 giorni. In tali attività non possono essere presenti all’interno del locale più clienti di quanti siano i posti a sedere”. E, ovviamente, anche i ristoratori di Cagliari fanno i conti con il nuovo provvedimento che, nei fatti, sta portando qualcuno a storcere il naso in nome della privacy. Marco Milia, ristoratore e membro del direttivo del Consorzio dei commercianti della Marina, è netto: “Sarà necessaria solo la prenotazione, per il mio locale basterà avvisarmi un po’ prima. Dovrò tenere i nomi per due settimane, sperando non succeda nulla”. Ma c’è un rischio per la privacy, nonostante da più fonti sembri emergere che la vigilanza sarà garantita dall’Autorità preposta? “Se vogliamo lavorare in sicurezza… Prometto di cancellare e non tenere nessun nome”, ovviamente dopo i quattordici giorni, “sta al buon senso nostro e delle persone se si vogliono sedere in sicurezza”. Nessun documento, però, sarà richiesto: “Non sono un pubblico ufficiale”, precisa il ristoratore, c’è comunque poca chiarezza su tutti i fronti, i cagliaritani sono persone abbastanza rispettose, lo hanno già mostrato nel tempo”.
Nel suo locale, Milia osserverà “i due metri di distanza tra ogni tavolino, anche se dovremmo tenerne solo uno è comunque una garanzia di sicurezza per noi e i clienti”. E per i tavolini esterni, c’è qualche segnale dall’amministrazione comunale? “Se ci darà più spazi ci farà una cortesia, ovviamente dove possibile. Bisogna lasciare il passaggio garantito in ogni via e non inondarla con tavoli”, osserva, saggiamente, il ristoratore.









