In Sardegna, in Italia in generale, il lavoro delle donne è a rischio: il covid ha fermato tante aziende, l’Istat non è clemente e comunica che sono 73 le attività chiuse, 17 mila quelle che non apriranno più.
Spiega bene quanto la situazione stia assumendo dei risvolti sempre più drammatici Clara Pili,
Presidente uscente della Confindustria Turismo: “Le imprese guidate da donne in Sardegna hanno subito uno stop ancora maggiore. Purtroppo nel secondo trimestre dell’anno le nuove realtà sono diminuite drasticamente, in passato eravamo riusciti finalmente ad avere un primato nel l’imprenditoria femminile, cresceva più di quella maschile, e la pandemia ha bloccato tutto.
La ripresa da questa fase è molto difficile, la componente femminile è molto importante perché senza questa parte non ci può essere una vera ripresa; le donne chiedono, come tutte le imprese, che ci sia una programmazione fatta bene, non degli interventi a pioggia come quelli ricevuti.
Noi abbiamo bisogno di dati certi per poter riaprire, alcuni settori sono completamente in ginocchio, dobbiamo sostenere le imprese con degli aiuti concreti non con le elemosine che stiamo ricevendo.
Molti stanno abbandonando e non riapriranno, non si può sostenere un’attività all’infinito senza avere la sicurezza di avere dei blocchi di pagamenti.
l’Istat dice che 17 mila non riapriranno più e al momento sono 73 mila in tutta Italia le imprese chiuse”.
Un dato drammatico che vede le donne ancor più penalizzate: non solo smart working ma anche mamme alle prese con la didattica a diatanza dei figli. Un impegno continuo che contribuisce a peggiorare la situazione nel mondo del lavoro.











