L’Aias scende in piazza e, in piazza, ci resta. Meglio, sotto il palazzo del Consiglio regionale di via Roma a Cagliari. Esplode sempre più la protesta di una parte dei lavoratori della società che, da mezzo secolo, si occupa di seguire migliaia di malati. La Regione, dal primo gennaio prossimo, ha già annunciato di voler costituire una nuova realtà e di interrompere la convenzione con la struttura gestita dalla famiglia Randazzo. E, se c’è il plauso dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, c’è la netta contrarietà da parte di Css, Ugl, Confintesa, Fials, Isa e Comitato spontaneo dei dipendenti. Gli operatori hanno piazzato le tende e annunciano “un sit in permanente, sino a quando la situazione non si sbloccherà”. E, sul tavolo delle richieste, finiscono principalmente i soldi.
“Il tribunale ha stabilito che Pigliaru deve pagare 8 milioni di euro, consentono all’Aias di pagare gli stipendi arretrati del 2018, mettendo al sicuro la convenzione. Ci sono 2500 malati in lista d’attesa che attendono assistenza, dalla Regione c’è una volontà cattiva che mira a far smettere all’Aias di seguire i pazienti”, spiega Giacomo Meloni del Css. Carlo Piras, altro sindacalista, aggiunge che “da oggi siamo in assemblea permenente sotto il Consiglio regionale. È assurdo ciò che stanno combinando Arru e Pigliaru, la decisione di aprire una nuova realtà è totalmente campata per aria, la politica sta dando uno schiaffo ai diritti dei lavoratori e dei malati”. Il 18 dicembre prossimo incontro con il prefetto, al tavolo ci saranno Aias, Ats, i sindacati, i parenti dei familiari e l’assessore regionale della Sanità.











