Sfuggono i motivi per cui il Consiglio Regionale non abbia inserito nei confini della nuova Città Metropolitana anche San Sperate, Monastir, Dolianova, Serdiana e Burcei che sono legati a Cagliari a doppia mandata e fanno parte senza alcun dubbio dell’hinterland del capoluogo.
Vi sono entrati a farne parte per esempio, Pula, Villa San Pietro,Decimomannu e Uta che considerarli hinterland o legati a Cagliari sembra un po’ azzardato e neanche la loro distanza non sembra giustificare questa scelta perché San Sperate, Dolianova, Serdiana e Monastir sono senz’altro più vicini al capoluogo. Una scelta incomprensibile forse legata ad altri fattori che sinceramente ci sfuggono in considerazione dell’articolo della legge che recita: “per – città metropolitana di Cagliari – l’ente locale di cui all’articolo 114 della Costituzione, corrispondente ai comuni che hanno una stretta connessione funzionale territoriale, sociale ed economica con il comune capoluogo della Regione.”
Allora se “la connessione funzionale territoriale, sociale ed economica con il comune capoluogo esiste per Pula e Villa San Pietro, Decimomannu e Uta è certo che quei requisiti siano in possesso sicuramente anche di San Sperate, Dolianova, Serdiana, Monastir e Burcei ma anche di altri comuni esclusi come Decimoputzu e Ussana. Allora si capisce che la scelta dei Comuni da inserire nel nuovo Ente sia stata fatta in base a criteri che sinceramente non sono di facile comprensione e legati forse ad altri parametri che nulla hanno a che fare con quelli fissati dalla stessa legge.
Una legge che sembra quindi un pasticcio insomma e nella quale si è voluto accontentare tutti come per esempio Sassari con l’istituzione della “Rete Metropolitana” che dovrebbe far dimenticare al Capo di Sopra le gelosie, le invidie e l’antagonismo che puntualmente scoppiano quando qualcosa viene concessa al capoluogo dell’isola. Ma si sa, per accontentare qualcuno, quasi sempre, si scontentano tutti.
“Per la verità i Comuni di San Sperate, Monastir, Dolianova, Serdiana e Burcei” ha spiegato Michele Cosa consigliere regionale dei Riformatori “a quanto mi risulta non hanno manifestato nessun interesse per far parte della città Metropolitana. Ma la costituzione permette che possano richiedere l’adesione avviando un procedimento che passa attraverso un referendum cittadino e in caso affermativo entrano nel nuovo ente. C’e stata una discussione in Consiglio Regionale e la Giunta aveva proposto addirittura un’area ristretta con i Comuni della prima cintura, poi la maggioranza ha presentato un emendamento che ha prodotto l’attuale configurazione. Se dentro la Città Metropolitana ci sono Pula, Villa San Pietro, Decimo e Uta automaticamente sarebbero dovuti entrare anche quei comuni prima menzionati e soprattutto Burcei. Perchè questo Comune ha la sua vocazione naturale verso Sinai e Maracalagonis che sono dentro la Città Metropolitana e quindi rimarrebbe isolato e proiettato verso il Gerrei con cui non ha nessun rapporto.”












