Morire così. In un attimo. A 28 anni. Su quella strada maledetta. Dove di scene analoghe, di croci sull’asfalto ne abbiamo viste tante. Troppe. In una statale che aspetta da 18 anni di diventare a quattro corsie, per colpa di un iter infinito, di lavori pubblici che vanno a rilento. Enrico Frau aveva 28 anni, a Pula lo conoscevano tutti. L’ultimo incontro con gli amici a Corte Noa. Poi, l’addio. Stava andando al lavoro al Forte Village, il resort più importante del mondo che dà occupazione anche a tanti ragazzi della zona. In sella alla sua moto Ducati che amava tanto.
La sua vita, il suo sorriso sincero, si è spezzato nello schianto fatale con una Bmw. A Pula lo piangono in tanti, la comunità è sotto choc, perchè negli anni scorsi era stata segnata da altre tragedie. Pula, come Capoterra, paga un prezzo altissimo nei confronti di questa statale killer. Tante le giovani vite bruciate per questioni di centimetri di asfalto, dove gli scontri frontali sono ancora possibili. Enrico Frau come Alessandro Puddu ed Enrico Sogus. Come tanti altri. Ragazzi che non sono mai rientrati a casa. E ora la tristezza ci riempie il cuore.












