“Chiudere o ridimensionare l’ospedale Marino significa privare i cittadini di un servizio di eccellenza sanitaria indispensabile che non solo va salvaguardato, ma potenziato. La chiusura dell’Ospedale Marino, così come paventata, causerebbe un grave disservizio per la città di Quartu S.E. e per l’intera area vasta”. Lo dicono in coro gli stessi dipendenti, assieme ai sindacati di categoria che questa mattina hanno gridato in coro il loro dissenso. La mancanza di investimenti significativi su un territorio di particolare ampiezza demografica, è la conferma della volontà dell’attuale classe politica di non garantire adeguati servizi ai cittadini, perseguendo una politica sanitaria miope, che continua a voler eliminare il deficit del settore, tagliando servizi e mettendo le mani in tasca ai cittadini e ai lavoratori.
I DISAGI. Il deficit sanitario non si elimina, ridimensionando o privando i cittadini di importanti servizi sul territorio, si elimina combattendo gli sprechi e le clientele politiche, vero male oscuro della nostra sanità. Cittadini e lavoratori non possono pagare l’incapacità, scelte e gestioni clientelari della politica, che dalla sanità ha sempre tratto un tornaconto personale per pochi noti in termini di consenso, premiando non le professionalità, ma l’appartenenza politica. Occorre riequilibrare l’offerta sanitaria sul territorio, tenendo conto delle effettive necessità della popolazione e non di altre becere logiche di spartizione politico/clientelare.
IL GRIDO D’ALLARME. “Occorre potenziare l’ospedale Marino con investimenti finalizzati ad ammodernare la struttura – evidenzia Guido Sarritzu, Uil – renderla accogliente e sicura. Occorrono infatti urgenti interventi, nelle aree esterne e interne. Da anni lo stabile non viene sottoposto a manutenzione, tant’è che servizi importanti come la radiologia si trovano ad operare in condizioni di grave disagio nonostante la quantità e la qualità delle prestazioni erogate”.
Particolare attenzione va posta, ai singoli reparti dove oltre alle migliorie, finalizzate a garantire la sicurezza e, il comfort dei pazienti, necessitano interventi immediati sugli organici con l’assunzione di personale, tecnico e sanitario. La Uil FPL chiede alla Giunta Regionale, al Direttore Generale ATS di far chiarezza e di conoscere quali sono le reali intenzioni sul futuro del nosocomio. La UIL ribadisce l’importanza per l’intero territorio di valorizzare e potenziare i servizi esistenti e non chiuderli o ridimensionarli. Non condividiamo una politica che nega il confronto e priva i cittadini di un servizio di primaria importanza. Vogliamo discutere ed entrare nel merito delle scelte sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, sul futuro dei lavoratori. E’ ora di dire basta, i sindacati si preparano alla mobilitazione e nel contempo organizzano sit in sul territorio per denunciare carenze e sprechi.
I NUMERI. 483 dipendenti, 130 i medici, 131 i posti letto tra i reparti anestesia e rianimazione, ortopedia e microchirurgia ricostruttiva, chirurgia d’urgenza, ortopedia e traumatologia, unità spinale, neurochirurgia: il Presidio ospedaliero Marino è un ospedale chirurgico, ortopedico – traumatologico situato nel lungomare Poetto, a pochi minuti dal centro abitato. Costituisce un riferimento regionale, per la presenza dell’Unità spinale unipolare, svolge inoltre un ruolo di riferimento per il centro e sud della Sardegna in relazione alla Medicina iperbarica e della Microchirurgia Ricostruttiva. Il presidio è inserito in un contesto di rete del 118 grazie al pronto soccorso e alla piazzola di sosta per l’atterraggio dell’elicottero.











