“La maggioranza non ha più i numeri per governare, la legislatura è finita e noi non parteciperemo più a nessuna seduta di consiglio regionale a meno che non si riporti in aula il tema della sanità e degli ospedali”. Il centrosinistra sull’Aventino sferra un altro colpo alla tenuta della già fragile maggioranza di centrodestra, con Solinas isolato dagli alleati, il vertice di maggioranza disertato da Forza Italia e Fratelli d’Italia e l’annullamento della seduta per paura di andare sotto al momento della votazione.
I motivi sono arcinoti, sintetizzabili così: Solinas vuole costruire ospedali invece che il nuovo stadio, stoppando la ristrutturazione del Brotzu per accorparlo all’Oncologico in un’altra sede e in una nuova struttura. Stessa operazione è in programma in altre zone della Sardegna, per esempio nel Sulcis. Ma è solo lui ormai, insieme al fedelissimo assessore della Sanità Doria, a difendere un piano che non piace prima di tutto alla maggioranza stessa e ai partiti alleati.
Dopo la giornata ad alta tensione di ieri, il centrosinistra ha convocato una conferenza stampa per ribadire le sue posizioni. “Non parteciperemo a conferenze di capigruppo per cambiare l’ordine del giorno. Siamo disponibili ad andare in aula soltanto per discutere le due mozioni sulla Sanità e i nuovi ospedali”, hanno detto i consiglieri, sottolineando che “è una balla che per realizzare un ospedale servono quattro anni perché il tempo reale è di dieci, quindici anni. Ecco che il Consiglio si è bloccato quando oltre a noi, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Riformatori hanno avanzato evidenti contrarietà rispetto alla delibera di Giunta sulla Sanità. Si prenda una volta per tutte atto che la legislatura è finita”. Anche perché, è stato sottolineato, i consiglieri di maggioranza non garantiscono neanche più il numero legale.
Bacchettate anche per Michele Pais, che per questa sera ha convocato un incontro di maggioranza: “Dovrebbe ricordarsi che oltre a essere il segretario della Lega è il presidente del consiglio e dunque dovrebbe essere garante di tutte le forze politiche”, cosa che evidentemente non succede nel momento in cui convoca una riunione di maggioranza.













