Alessia Pifferi dichiarata capace di intendere e di volere, per la seconda volta. È questo ciò che emerge dalla perizia decisa durante il processo di secondo grado per la morte della figlia della Pifferi, Diana, lasciata sola a casa per 6 giorni e morta di stenti a 18 mesi. La 40enne era stata condannata alla pena dell’ergastolo.
La perizia psichiatrica nel primo processo aveva già accertato che la 40enne era capace di intendere e volere e su istanza della difesa la Corte d’Assise d’appello di Milano ha affidato a tre esperti un nuovo accertamento.
Una storia terribile fatta di perizie, pareri discordi, una famiglia disperata che ha perso una nipotina in un modo indicibile.
Lo scorso febbraio la Corte D’Assise aveva accolto la richiesta della legale della Pifferi Alessia Pontenani per effettuare una nuova perizia e affidato il nuovo accertamento allo psichiatra Giacomo Francesco Filippini, alla neuropsicologa Nadia Bolognini e al neuropsichiatra infantile Stefano Benzoni.
Secondo i periti, quindi, Alessia Pifferi era pienamente consapevole di ciò che sarebbe potuto accadere e i disturbi rilevati in relazione all’infanzia della donna non hanno influito sulla tragedia avvenuta alla piccola Diana.













