Non si avverte rabbia ma solo tanta tristezza nella voce di Samuel Murgia di Serramanna, titolare della MS Costruzioni, una delle ditte di subappalto coinvolte nell’intricata vicenda della crisi finanziaria del gruppo Astaldi. “In queste ore sono giunte le lettere di licenziamento per gli oltre 100 lavoratori delle imprese di subappalto che nel mese di agosto scorso avevano sottoscritto con la società “Progetto Nuraghe S.c.r.l.” il contratto di subappalto” spiega Mauro Pili, leader di Unidos, che segue da mesi l’evolversi dei fatti. “Con un fare militare Syndial ha disposto che entro il 30 novembre prossimo venga disposto “il ripiegamento del cantiere e la contabilizzazione dell’attività eseguite”. I rappresentanti delle società di subappalto verranno poi invitati ad una riunione negli uffici di cantiere per la redazione della contabilità finale e per la programmazione delle eventuali ulteriori attività che si rendessero necessarie a fini dello smobilizzo del cantiere entro il termine assegnato dalla committente principale. Tutto questo perché la Syndial ha esercitato il recesso unilaterale dal contratto principale con effetto dal 31 ottobre scorso.
Non aver esperito un seppur minimo tentativo, anche attraverso Progetto Nuraghe S.c.r.l. per l’avvio del cantiere rende esplicito, e lo conferma, l’atteggiamento messo in campo in questi ultimi 10 anni dall’Eni proteso a tergiversare, rallentare ed impedire qualsiasi azione di bonifica su quell’area.
La situazione di Astaldi sta bloccando in tutta la Sardegna importanti interventi, a partire dalla diga di Monte Nieddu a Sarroch. Ma non si capisce perché da una parte l’Eni rescinda il contratto e dall’altra, cantiere della diga, la Regione non faccia niente per favorire la ripresa dei lavori.
La stessa Regione avrebbe dovuto attivare un tavolo specifico per affrontare la situazione ed evitare il blocco dei cantieri in attesa della stessa definizione della questione prefallimentare.
E’ fin troppo evidente che la rescissione dei contratti rischia di aprire un contenzioso infinito con coloro che subentreranno eventualmente nella gestione della Astaldi”. Settanta dei cento operai che sono senza lavoro e senza salario da luglio, sono dell’impresa di Murgia che, con grande sconforto, vede fermi anche gli altri lavori che dovrebbe eseguire. “Tra il cantiere della diga di Monti Nieddu e i cinque cantieri fermi, compresi quelli per gli interventi sulla SS 131 e sulla SS 195, decine di famiglie sono sul lastrico a causa delle autorizzazioni che non giungono e della lunga burocrazia. La situazione è veramente drammatica, molto difficile. Ogni giorno parlo con gli operai che chiedono se ci sono novità, se qualcosa si è sbloccato. Ma purtroppo non ho notizie confortanti per loro e non si riesce a venirne a capo”.
“Per quanto ci riguarda – dichiara Pili – siamo pronti ad attivare ogni azione, anche giudiziaria, per denunciare tale grave ulteriore inadempienza da parte dell’ente di Stato. I lavoratori dell’impresa di subappalto devono essere garantiti e non sarà accettato il tentativo maldestro di scaricare su di loro l’onere dell’ennesima fuga dell’Eni“ conclude il leader di Unidos Mauro Pili.












