Cresce il numero dei detenuti nelle carceri della Sardegna, ma i numeri mascherano squilibri e criticità che preoccupano. A lanciare l’allarme è Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, che ha analizzato i dati diffusi dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria al 30 giugno: se a livello regionale non si parla ancora di sovraffollamento complessivo, l’analisi struttura per struttura racconta una realtà ben diversa.
Le Case Circondariali di Cagliari-Uta e Sassari-Bancali risultano oltre la capienza regolamentare: 689 detenuti per 561 posti nel carcere cagliaritano (122,8%), mentre a Bancali si registrano 533 presenze per 454 posti (117,3%), a cui si aggiungono 90 soggetti sottoposti al regime 41bis. “Numeri impietosi – osserva Caligaris – che mostrano un sistema in affanno, reso ancora più critico dalle temperature torride di queste settimane”.
Critica anche la situazione a Tempio Nuchis e soprattutto a Lanusei, dove il vecchio carcere ricavato da un ex convento francescano ospita 41 detenuti (13 stranieri) a fronte di una capienza di 33 posti. Unica eccezione sembra essere Oristano, dove i detenuti sono attualmente 218 per una capienza di 264, un dato in calo rispetto agli anni precedenti.
Sul fronte delle Colonie Penali (Isili, Mamone e Is Arenas), i dati mostrano un lieve aumento dei detenuti – 326 su 598 posti disponibili – ma ancora troppo lontani dalla piena operatività. “Serve una svolta normativa – sottolinea la presidente di SDR – perché le attuali limitazioni all’accesso, legate agli anni residui di pena e alle condizioni di salute, rendono difficile l’utilizzo di queste strutture”. Caligaris propone di estendere il limite degli anni residui per l’accesso al lavoro all’aperto da 6 a 8 o 10 anni, oltre a investimenti strutturali per rendere più accoglienti i padiglioni e valorizzare i 6mila ettari di terreno gestiti dalle Colonie.
“Se non intervengono il Ministero della Giustizia e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – conclude – le Colonie Penali rischiano di restare semivuote. Sarebbe un’occasione sprecata per il territorio e un inutile peso per le casse pubbliche”.











