di Rossana Pintus
Il caso riguarda la dirigente sindacale Manuela Cojana, allontanata temporaneamente per ragioni ancora poco chiare. Come si evince dall’atto di interrogazione alla Camera n° 05-05315 del 13 Aprile 2015 presentato dal deputato Mauro Pili: parrebbe verificarsi, all’interno del Penitenziario, una vera e propria delegittimazione dell’organizzazione sindacale. «E’ indispensabile», dice l’atto, «il ripristino della tutela del libero esercizio del diritto sindacale che viene quotidianamente attentato e gravemente compromesso dalla condotta ostruzionistica ed illegittima, portata avanti dai vertici dell’istituto sopracitato che forse, anche al fine di “celare” propri macroscopici errori, nega ed osteggia, attraverso il grado e ruolo ricoperto, ai dirigenti sindacali, lo svolgimento di una trasparente attività, nel rispetto dei diritti riconosciuti dalla legge». Sembrerebbe quindi, che il comportamento anti-sindacale da parte dei vertici dell’istituto carcerario, stia portando a criticità irreparabili e a “stress da lavoro correlato” per i dipendenti, dati dai numerosi rilievi disciplinari immotivati, con stesura di relazioni riservate. Per cui, l’accusato di fatti di varia natura non può avvalersi del diritto di difendersi, creando così un ambiente lavorativo malsano.











