Green pass obbligatorio per entrare e uscire da Capoterra, super green pass per mangiare e bere anche nei tavolini esterni di bar e ristoranti. La super stretta decisa dal sindaco Beniamino Garau dopo l’aumento dei contagi mette sotto scacco soprattutto i non vaccinati. Le decisioni prese dal primo cittadino non trovano molte “copie” in altre città italiane, e la rabbia dei capoterresi che, sino ad oggi, hanno fatto un tampone ogni 48 re per poter svolgere le varie attività, è tanta. Michela, 32 anni, non lavora. Il marito, Alberto, 28 anni, sì. Entrambi non vaccinati, da oggi e sino al 30 dicembre prossimo vivranno quasi in lockdwon: “Faccio spesso tamponi per le visite mediche e per altre ragioni, non voglio di certo spendere 15 euro ogni quarantotto ore per poter andare e tornare da Cagliari. Dal Comune hanno detto che valgono gli spostamenti solo per esigenze primarie, ma che significa? Vado spessissimo a Cagliari per fare acquisti, chi valuta se il bene che devo acquistare è o no primario?”, chiede la donna.
“La sera della Vigilia di Natale saremmo dovuti andare a cena dai genitori di mio marito con i nostri figli ma loro vivono a Cagliari. Non intendo assolutamente pagare per un tampone anche per un motivo simile, mi rifiuto”. E la coppia, quindi, resterà a casa ad aspettare la mezzanotte: “Una follia assurda, non capisco perchè abbiano deciso di limitare noi non vaccinati, siamo una percentuale piccolissima a Capoterra. Col green pass, poi, le misure anti contagio vanno a farsi benedire, io ogni due giorni ho la sicurezza di essere negativa al virus, altri invece no”.











