No, non è presto per dirlo: il Capodanno a Cagliari è già un flop. Zero attrattività, zero capacità di incuriosire turisti, persino quelli interni: alberghi e b&b sono semivuoti, e – cosa temuta ma prevedibile – anche i cagliaritani si sposteranno nelle città del nord della Sardegna dove invece i grandi nomi della musica fanno da traino. Un annunciato flop diffuso, insomma, quello del Capodanno a Cagliari, con un’artista sul palco in linea con il carattere da galleggiamento della (non) strategia turistica di Cagliari: Giusy Ferreri, sconosciuta a molti, sarà seguita più per la voglia di condividere gli auguri in piazza e in allegria che per la sua attrattività.
Dunque Capodanno a due velocità in Sardegna, con il Nord dell’Isola lanciato verso il tutto esaurito – a Olbia arriveranno persino navi intere di turisti per il concertone – e Cagliari che invece, già nelle prenotazioni di alberghi e b&b – registra già un bilancio deludente.
Il drastico calo delle presenze in hotel e bed and breakfast non può dunque essere letto come una semplice flessione stagionale: a far volare basso Cagliari sono criticità strutturali che vanno dalla gestione dei trasporti alla difficoltà di costruire e promuovere un prodotto turistico competitivo sui mercati nazionali e internazionali. Il risultato è un settore ricettivo in sofferenza proprio nel periodo che dovrebbe rappresentare un’occasione di rilancio.
Il carico da novanta la giunta Zedda lo mette con la decisione di raddoppiare l’imposta di soggiorno da uno e cinquanta a tre euro, come se non bastassero i voli salasso e le difficoltà a raggiungere l’isola: e no, la sbandierata bellezza del capoluogo non basta più. Serve visione, che non c’è.











