“Non si capisce bene cosa sia successo, un fatto però è certo: quel tratto di sentiero che porta a Cala Fighera è molto pericoloso, non solo quel tratto – tutta la zona è interessata da diversi pericoli”. A parlare è Fabrizio Merella, residente della zona da tantissimi anni, che denuncia ancora una volta i rischi legati a Capo Sant’Elia e alla frequentatissima Cala Fighera. L’ennesima tragedia si è consumata proprio ieri: il corpo senza vita di Manola Mascia, una giovane di Quartu, è stato ritrovato in mare, mentre il fidanzato che era con lei risulta ancora disperso. Un dramma che riaccende il dibattito sulla sicurezza dell’area, dove i pericoli sono noti da tempo ma le misure di prevenzione restano insufficienti. Cala Fighera e i sentieri che la collegano sono interdetti da due ordinanze della Capitaneria di Porto di Cagliari emesse nel 1994, che vietano la sosta, l’uso dei sentieri e la balneazione nel tratto di costa tra Calamosca e l’imboccatura di Marina Piccola, a causa del rischio frane. Tuttavia, nonostante i divieti e una segnaletica poco chiara, l’area continua a essere frequentata tutto l’anno: in inverno dagli scalatori, in estate da turisti e bagnanti ignari del pericolo. “Il sentiero che conduce alla cala è particolarmente rischioso, con punti esposti su strapiombi di oltre 70 metri, dove si arriva direttamente giù nel mare, come quello immortalato nella foto – “Tratto che hanno sicuramente percorso i due ragazzi per arrivare a Cala Fighera”, sostiene Merella. Negli anni, il Comune di Cagliari ha posizionato alcuni cartelli di pericolo nei pressi del cancello della Paillotte, ma non sono presenti altre indicazioni o barriere fisiche che impediscano l’accesso. “Le persone arrivano, non trovano cartelli chiari, sono fuorvianti. Bisognerebbe verificare meglio se sia necessario intervenire per mitigare altri incidenti di questo tipo”. L’area necessiterebbe interventi più decisi per evitare nuove tragedie. “Il Capo Sant’Elia, perlomeno la parte che si affaccia su Cala Fighera e che porta anche alla Torre e alla Sella del Diavolo, sarebbe opportuno delimitarlo meglio per evitare altri incidenti” – “Cala Fighera si può raggiungere in sicurezza facendo un percorso un po’ più lungo. Per questo invito le persone ad andare a Marina Piccola, prendere una barca e farsi portare a visitare Cala Fighera dal mare: è molto più sicuro”, sottolinea. Nonostante le tragedie che si ripetono, la questione della sicurezza dell’area resta aperta. La necessità di un intervento più efficace diventa sempre più urgente, affinché il fascino selvaggio di Cala Fighera non continui a essere teatro di incidenti evitabili.










