Una percentuale, diversa e più bassa, rischia di far perdere ad Ambrogio Rubiu tra gli ottantamila e i centottantamila euro di risarcimento per un gravissimo incidente sul lavoro, avvenuto nel 2010 in un cantiere nautico di Tortolì. Rubiu, all’epoca 24enne, era precipitato per dodici metri dopo che un tetto aveva ceduto. Un suo collega era morto, lui insieme ad altri due operai si è salvato per miracolo, riportando però vari danni: “Oggi ho una protesi alla caviglia destra, una duplice artrodesi a quella sinistra e una frattura alla colonna vertebrale, la mia vita è compromessa. Da un anno gestisco un birrificio ma se voglio piegarmi devo camminare carponi, utilizzando delle speciali ginocchiere, e non riesco a stare in piedi a lungo”. La settimana scorsa arriva l’ordinanza con la riduzione decisa dal tribunale di Lanusei: “Spero sia un errore, una svista. Il consulente tecnico mi ha riconosciuto un’invalidità del 47%, ben più alta rispetto a quella del ventotto per cento scritta dal giudice. Nel 2012 era iniziata la causa penale, tutte le parti tranne una hanno chiesto il rito abbreviato e il proprietario del capannone è stato condannato in Appello e in Cassazione”, ricorda Rubiu, che oggi ha trentasei anni e un’esistenza fatta di tante difficoltà nei movimenti e negli spostamenti.
“Ho sempre avuto fiducia nelle istituzioni, il mio legale Antonello Orrù sta già studiando le carte per rispondere all’ordinanza. Quei soldi mi spettano, tra invalidità permanente e temporanea”. Ambrogio Rubiu dovrà tornare in tribunale il prossimo 29 marzo per l’udienza: “Spero che le tante carte e i documenti prodotti negli anni possano ristabilire le giuste percentuali di invalidità. Addirittura viene detto che potrei avere preso di più di quanto realmente mi spettasse. Questa, per me, è un’ingiustizia”.










