Tassa di soggiorno, via libera tra tensioni e polemiche: opposizione all’attacco, la maggioranza fa quadrato
La modifica al regolamento dell’imposta di soggiorno passa in Consiglio comunale a colpi di maggioranza, ma lascia dietro di sé una scia di polemiche, accuse incrociate e una discussione tra le più accese degli ultimi mesi.
Con 21 voti favorevoli, 11 contrari e un astenuto, l’Aula ha approvato sia la delibera sia l’immediata eseguibilità, nonostante le forti critiche sollevate dall’opposizione sul metodo, sulle tempistiche e sulla mancanza di una visione strategica complessiva.
Le critiche: “Manca la programmazione, si naviga a vista”
Tra gli interventi più duri quello del consigliere Edoardo Tocco, che ha ribadito il voto contrario denunciando l’assenza di pianificazione e di fiducia da parte degli operatori turistici. Inoltre, secondo il consigliere, la tassa di soggiorno avrebbe dovuto essere accompagnata da un indirizzo chiaro e condiviso su come destinare le risorse:
«Non si può polverizzare il gettito in mille rivoli. Serve una scelta precisa, riconoscibile, che dia certezze agli operatori e ai turisti».
Sulla stessa linea Ferdinando Secchi, che ha puntato il dito contro le tempistiche e il rischio di compromettere la credibilità del sistema ricettivo cittadino.
«Un aumento deciso a ridosso della stagione turistica mina la pianificazione commerciale delle strutture. Le tariffe per il 2026 sono già state comunicate, cambiare ora significa creare problemi concreti agli operatori», ha affermato.
«La tassa di soggiorno è un tributo di scopo: se non si dimostra chiaramente che l’incremento migliora servizi e offerta turistica, diventa solo un aggravio senza benefici tangibili».
Critiche anche sul fronte della competitività e dell’immagine della città, con il timore che l’imposta venga percepita come strumento di copertura di spese ordinarie più che di sviluppo turistico.
Zedda: “Siamo in ritardo di anni, non di mesi”
Nel dibattito è intervenuta anche Alessandra Zedda, che ha allargato lo sguardo al contesto nazionale, parlando di un ritardo strutturale di Caglia: “La modifica del regolamento sulla tassa di soggiorno è sbagliata nei tempi e nei contenuti! Gli operatori turistici hanno già programmato e chiuso i contratti per il 2026 . Qualsiasi modifica ora sarebbe un costo che resta a carico degli operatori . Vi è in questo un modo di procedere incerto”. Peraltro non si è tenuto conto per niente della posizione di Federalberghi né delle nostre proposte di rivederla sulla base delle richieste degli operatori, ha commentato in chiusura dietro le quinte.
La maggioranza fa quadrato: “Scelta giusta, necessaria e condivisa”
Di segno opposto la posizione della maggioranza, che si è presentata compatta in difesa della manovra. Dai banchi che sostengono la Giunta è arrivata una linea unitaria: la modifica al regolamento non è un blitz, ma l’attuazione di un percorso già discusso in Commissione e in Aula, con incontri dedicati agli operatori del settore.
La maggioranza rivendica la necessità di adeguare Cagliari alle altre città turistiche, eliminando un tetto massimo considerato anomalo e introducendo maggiore proporzionalità tra strutture di diversa categoria. L’aumento, viene sottolineato, resta contenuto e Cagliari continua ad avere una delle imposte di soggiorno più basse d’Italia.
Altro punto chiave difeso dalla Giunta è la destinazione delle risorse: l’incremento del gettito sarà utilizzato per cultura, eventi diffusi durante l’anno, promozione turistica e servizi, superando la logica del “grande evento unico” e puntando su una programmazione più ampia e strutturata.
Secondo la maggioranza, la tassa di 5 euro in alta stagione non incide sulle scelte dei turisti, mentre rappresenta uno strumento fondamentale per migliorare l’attrattività della città e rafforzarne il ruolo di capoluogo regionale.
Approvazione tra tensioni e strappi politici
La seduta si è conclusa in un clima teso, con scambi duri e riferimenti politici che hanno acceso ulteriormente il confronto. Alla fine, però, i numeri hanno sancito l’approvazione della delibera.
Resta ora il nodo politico: se l’aumento dell’imposta di soggiorno riuscirà davvero a tradursi in programmazione, eventi e sviluppo, o se – come teme l’opposizione – rischierà di diventare l’ennesimo provvedimento calato dall’alto, senza una visione condivisa sul futuro turistico di Cagliari.












