Cagliari, vedova e senza lavoro: “L’Inps non vuole darmi le 29 pensioni di vecchiaia di mio marito morto”

Il marito di Antonella Dessì, prima di morire stroncato da un tumore, riesce a fari riconoscere la pensione di vecchiaia dall’Inps. Tanti soldi, mai arrivati nelle tasche della donna: “Li attendo da un anno, non navigo nell’oro e ho tante spese. Mi è stato promesso che sarebbero stati accreditati a settembre sul mio conto, invece sto spendendo gli ultimi risparmi per mangiare: pretendo tutto il denaro che mi spetta”


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Ventinove pensioni pari ad altrettanti mesi, riconosciuti dall’Inps a un 66enne carlofortino, residente a Calasetta, morto stroncato da un tumore. L’uomo, marinaio, prima di perdere la sua battaglia contro il cancro era riuscito a farsi riconoscere il diritto alla pensione di vecchiaia. L’ok ufficiale era arrivato dall’Inps, la stessa realtà che, da un anno, sta facendo tribolare la moglie del sessantaseienne, Antonella Dessì, alle prese con tante spese e senza un lavoro che possa garantirle un sostentamento. Quei soldi, in parole più semplici, le servono per poter vivere: “Mi sono stati promessi a settembre, non sono ancora arrivati: il mio conto è quasi vuoto”. Tutto inizia nel 2020: Caddeo muore a ottobre, qualche mese prima presenta un ricorso grazie al quale, a inizio 2021, viene ufficializzata la pensione di vecchiaia. Ad ottenerla definitivamente è Antonella, che porta tutti i documenti medici dell’ormai defunto marito. “Abbiamo riconosciuto l’invalidità di suo marito, ha diritto a ventinove mensilità”, questa la comunicazione fatta dagli impiegati dell’Inps alla sessantatreenne. Ma i mesi passano e, nonostante il sigillo definitivo dello scorso 24 aprile, legato alle “somme in pagamento”, non è mai arrivato un centesimo. La vedova si è rivolta ad un avvocato. Dopo una lettera spedita all’Istituto nazionale per la previdenza sociale di Iglesias (mettendo in conoscenza anche la sede principale di Cagliari), la promessa: “Pagheremo a settembre”. Siamo al venti ottobre, il conto della donna si sta svuotando, giorno dopo giorno, sempre di più.
“Sono disperata, non riesco più a far fronte alle tante spese giornaliere, dal cibo alle bollette passando per gli imprevisti. Quei soldi mi spettano, lo stesso Stato che me li ha concessi non me li sta dando. Anzi, mi sta mettendo in condizioni sempre più difficili”. Le entrate bancarie non hanno subìto nessuna modifica, nel conto non sono arrivati i denari previsti: “Che mi spettano, beninteso. Non sto rubando niente a nessuno, le ventinove pensioni di mio marito sono un mio diritto: spero che arrivino al più presto”.


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