Cagliari, un Corso di guai. Le lamentele e le preoccupazioni della maggior parte degli operatori economici che non riescono nemmeno a far fronte ai i minimi costi d’impresa, le proteste dei residenti privati anche di minimi servizi essenziali ( vedasi ciò che è successo la Settimana Santa con un malato trasportato in barella da casa fino all’ambulanza , essendo impedito l’accesso al Corso e non è la prima volta che accade , come Casteddu On Line ha ampiamente documentato ) e le lamentele dei commercianti e dei ristoratori non hanno finora sortito alcun effetto da parte di chi amministra la Città, incuranti delle reali esigenze di vita quotidiana della società civile nel suo complesso. Anche l’ultima proposta del consigliere comunale Federico Ibba di consentire il transito ai veicoli solo nel tratto Via Sassari- Via Caprera, per poche ore al giorno, è del tutto inaccettabile ed è evidentemente volta a favorire quasi esclusivamente i locali di ristorazione e similari.
Ben più sensato è, invece, il parere a suo tempo espresso dalla Soprintendenza , riportato in una Delibera della Giunta Municipale dell’aprile del 2016, che esprimeva il proprio assenso al transito nell’intero Corso, compreso il tratto Piazza Yenne – Via Sassari, dei veicoli fino alla ” Categoria M1 “, ovvero i Bus di piccola dimensione che il CTM già utilizza. Parere del quale la Giunta Comunale non ha tenuto minimamente conto, anzi ha deciso in modo contrario, come in effetti ha fatto, cioè chiudendo al traffico il tratto appunto da Piazza Yenne a Via Sassari.con le conseguenze che tutti lamentano, soprattutto i residenti, che si sono visti privare di servizi primari essenziali, come quello appunto della mobilità. Una scelta che, in particolare, ha portato alla chiusura di quasi tutte le altre attività commerciali a favore di quelle della ristorazione , con la conseguente ” “tavolinizzazione” selvaggia di strade e piazze che continua senza sosta. I Consiglieri comunali di opposizione, in particolare quelli che abitano nel centro storico, avrebbero dovuto prendere il coraggio a ” quattro mani” e fare una battaglia di principio per salvaguardare i valori più essenziali del vivere civile, caratterizzando l’impegno pubblico e politico, al quale sono stati eletti.













