di Paolo Rapeanu
È una delle “decane” del commercio nel rione storico cagliaritano di Stampace, Lina Mineo. Per vent’anni ha avuto un negozio nel Corso oggi pedonale, e da oltre tre decenni si è spostata in via Sassari. Una strada pericolosa? “Ogni giorno, quando devo sollevare le serrande, le trovo tutte bagnate perché la gente che gira per i bar fa i suoi bisogni, vi sembra normale?”, chiede, stizzita, la commerciante. Qui la gente non può più parcheggiare, non passa più il pullman e il Corso chiuso alle auto è frequentato solo da turisti. Sto morendo”, afferma la Mineo, riferendosi ovviamente allo stato di “salute” della sua attività commerciale.
“Non so se chiudere o continuare a rimanere aperta, ho settantadue anni e lavoro ancora per pagare le tasse”. La clientela storica, quella che da circa mezzo secolo conosce i prodotti venduti dalla Mineo, “non c’è più. Dai paesi non vengono sino a qui perché non vogliono parcheggiare alla stazione ferroviaria, si tratta di persone di una certa età. La sicurezza qui non esiste, ed è un grosso problema, adesso chiudo prima di tutti gli altri”.









