L’insegnamento più grande: la generosità, la solidarietà, anche nei momenti di sofferenza più bui, arriva da una bambina speciale, Giulia. Quello che lascia in eredità è una lezione speciale da cui prendere esempio. E che sta già contagiando tutti. Di lei negli ultimi giorni si è parlato tanto, la sua storia è salita alla ribalta della cronaca nazionale.
Si è spenta a 10 anni a causa di un tumore cerebrale, ma ha lottato come una guerriera per oltre 4 anni. Il suo sogno era quello di regalare i suoi giochi a chi ne aveva bisogno. Prima di lasciare questa terra li aveva messo da parte chiedendo alla mamma di soddisfare quel desiderio. E’ nato così il gruppo “Regaliamo a Cagliari il sogno di Giulia” che porta avanti la sua volontà, grazie alla forza dei suoi genitori e dall’impegno di tanti volontari.
Della storia della piccola Giulia, Casteddu online aveva già raccontato nel mese di ottobre intervistando mamma Eleonora Galia (potete leggere qui). Insieme a quattro volontarie, due volte alla settimana, il mercoledì e il venerdì dalle 17:30 alle 19, in via dei Giardini, accoglie giovani e meno giovani col pancione, accompagnate da compagni e mariti o da figli già venuti al mondo, e dona loro tutto ciò di cui hanno bisogno.
Il messaggio di Giulia sta viaggiando per tutto lo Stivale: “Ieri è arrivato un pacco da Bari – racconta la mamma incredula, sentita al telefono questa mattina, mentre consegnava gli ultimi pacchi giunti in via dei Giardini- non ci aspettavamo tutto questo”. Ma le chiamate arrivano anche da Rovigo, da Napoli, un po’ da tutta Italia. Il piccolo spazio di via dei Giardini ormai non riesce più ad accogliere tanta generosità, e si spera di trovare presto un’altra sede.
Nella pagina facebook creata appositamente, si trovano tutte le informazioni riguardo la raccolta e la distribuzioni di beni ai più bisognosi. In questa pagina virtuale Giulia rivive dai racconti della madre: una bambina davvero fuori dal comune. Tanto era il bene che Giulia aveva dentro di sè che si occupava anche dei bambini che stavano male come lei, chiedeva a sua mamma di abbracciare una bimba malata che non aveva vicino a sè la sua, perché lontana.
Eccola nelle parole di Eleonora, che in poche ma potenti righe dipinge il suo angelo. “Era un sorriso spontaneo che aveva dentro.Non si lamentava mai. Non faceva mai capricci o proteste, soffriva in silenzio e accettava tutto ciò che le capitava con la fede e la speranza di guarire. Riempiva la nostra casa con canti e balli, con risate e gioia. Era lei che ci metteva il buonumore, era lei che dava a noi la forza per andare avanti per questi 4 anni e mezzo….Sempre col sorriso ,senza lamentarsi MAI. Qui era in ospedale al bambin Gesù…senza capelli pronta sempre ad aiutare gli altri bambini….pensava tanto a far star bene gli altri, non badava alla sua sofferenza, ma si preoccupava per il bene del prossimo . Questa è la grande eredità che ci ha lasciato. Dobbiamo cercare di essere come lei era ….cercare di reagire al dolore, offrirlo al Signore per aiutarlo a portare la sua croce. Ci manca tantissimo la sua risata, la sua giovialita’, la sua spensieratezza nonostante la dura prova che ha affrontato in questi anni. Una cosa che mi meravigliava tanto era il fatto che ovunque andasse lasciava qualcosa di sé. La conoscevano tutti, nei negozi nelle librerie, in ospedale….lei era sempre presente a tutti, quando passava la seconda volta in un posto tutti si ricordavano il suo nome ed il suo sorriso , la sua dolcezza ed umanità. Son tante le testimonianze delle persone che l’hanno conosciuta e che possono confermare ciò che io scrivo. Pensava sempre a cosa poter fare per aiutare chi stesse meno bene di lei.C’era una bambina di colore in day hospital del Bambin Gesù che veniva seguita da una suora perché sua madre aveva altri 9 figli in Africa. Davida era come Giulia sempre col sorriso. Giulia si preoccupava per lei, portava sempre qualcosa per lei e mi chiedeva che io la abbracciassi perché la sua mamma era lontana e io le avrei potuto far sentire il calore di una madre .Non era gelosa, me lo chiedeva proprio perché capiva quanto quella bambina soffrisse non solo per le cure della leucemia ,ma anche per mancanza di affetto della sua mamma lontana. La foto scattata insieme Giulia ha voluto che la mettessi in una bella cornice affinché la suora la portasse alla mamma di Davida in Africa. Davida è volata in cielo poco prima di Giulia e l’avrà accolta con il suo splendido sorriso.Adesso giocheranno insieme in Paradiso.”













