Birrificio GattArancio, “Stiamo cercando camerieri e banconieri, meglio se con una minima conoscenza di inglese e dei buoni sorrisoni sinceri, (non da televendita per intenderci). Se siete interessati, inviateci il vostro curriculum completo di foto a questa fan Page”.
L’annuncio che appare sul profilo Facebook del noto ristorante di viale Trieste a Cagliari, è piuttosto curioso, breve, conciso ed efficace: si cercano persone determinate, motivate, che conoscano l’inglese, ma che soprattutto… sorridano. Un annuncio che sta facendo il giro del web in maniera pazzesca (con la fame di lavoro in questo periodo era palese), ma in sé questo messaggio ha tanto da dire. E merita davvero un plauso, soprattutto per l’originalità di chi l’ha pensato: il sorriso. Cosa sarà mai questo… “da tenere stampato in viso”, con assoluta spontaneità? Tutto. Sì, perché se si parla di personale affidabile, preparato, dinamico, propenso a lavorare in team, il sorriso è tutto, da rivolgere al cliente in maniera gioviale e non da manuale di televendita per l’appunto. Ma non è solo questo, ma tanto altro. Customer Care, cura del cliente, propensione al lavoro, pro-azienda, per dare il meglio di se stessi con gli altri. In certi contesti però, quanto è difficile tenere il sorriso sincero, disinvolto.
L’UNIVERSO RISTORAZIONE. La contro-notizia però, in senso lato, gli stessi addetti ai lavori (gestori e maestranze), spesso la pesano in maniera diversa: Cagliari, come tante altre città, conta centinaia di locali, ristoranti, pizzerie e lounge bar, dove gli stessi camerieri, barman, lavapiatti e le altre figure professionali, trascorrono almeno una media di almeno 8-14 ore al lavoro. Sai l’ora in cui entri, dimentichi l’ora in cui si va via, dove spesso il sorriso è difficile forse mantenerlo fedelmente, rispecchiato alla remunerazione che si riceve. Sono in tanti a lamentarsi, fortunatamente non tutti, ma spesso è così: pensate, in un noto locale del litorale Poetto, (dove la mole di lavoro è impressionante, un via vai incredibile di clienti a tutte le ore), proprio recentemente un cameriere 25enne che abita fuori città, si lamentava perchè la paga base netta giornaliera alla mano era di appena 20 euro, con un monte ore che superava di gran lunga le 8 ore lavorative, fino a 12 senza quasi fermarsi. Sì, 20 euro, prendere o lasciare! Sarà un caso isolato, forse, ma spesso è il sinonimo di un atteggiamento comune a molti ragazzi, studentesse o camerieri, sfruttati fino al limite della pazienza. Si parla marcatamente di crisi, ma dove gli incassi non hanno niente a che vedere con “l’odiata crisi”, è giusto o sbagliato sentir raccontare da più parti questi episodi assurdi? E poi si parla di contratti part time, buste gonfiate o lievitate con straordinari in nero, spesso accordi più graditi e gratificanti, rispetto ad una soglia di povertà morale che rasenta l’incredibile. Sì, perché il sorriso vero ed autentico va sempre anche aiutato, stimolato, soprattutto trasmesso su chi lavora ogni giorno col sudore sulla fronte.











