Altro che isole ecologiche, è il capoluogo della sporcizia. Siamo a Cagliari in una caldissima notte di agosto, appena tramontata sul fronte magico del porto. Ma ad essere tramontate sembrano soprattutto le speranze dei cagliaritani di vedere una città pulita: i mastelli colorati non bastano e la famosa “aliga” viene gettata sopra e dappertutto, evidentemente senza controllo. Sembra di stare in una bellissima città, ma rovinata dal degrado e dalla sporcizia. Le vie attorno al Corso esattamente come i marciapiedi, sono sommerse di puzza e rifiuti. I turisti stranieri, tornati in città ora che il Covid è un fuoco semi spento, si guardano attorno e scattano foto ricordo della spazzatura che domina dappertutto. “Ma perchè nessuno pulisce? Il sindaco non dice nulla?”, chiedono sconsolati. L’asfalto è ricoperto quasi ovunque di chiazze, olio di qualsiasi tipo, non si sa la provenienza. E’ un biglietto da visita impresentabile, quello della Truzzu-City: l’immagine del degrado assoluto, tra sporcizia e blatte ovunque e strade che oltre ad essere trasformate in semi discariche sono disconnesse, piene di buche, di transenne “secolari”, di lavori pubblici iniziati e mai terminati, come dimostra lo scempio di viale Sant’Avendrace. Un cantiere nato per un senso unico poi rimangiato dopo un anno, quando si è scoperto che nel nuovo viale non passavano gli autobus perchè la strada sarebbe stata stretta. Al capolavoro ingegneristico si è aggiunto il fatto che ancora è tutto transennato, la pavimentazione divelta per nulla, residenti e commercianti rassegnati.
La foto che vedete invece è stata scattata in via Angioy, due passi dalla città pedonale e dal brulicare di turisti che invadono i locali, appena tornati dalle spiagge. L’allarme è stato lanciato da tempo: sono mesi che si dice e si scrive, dentro e fuori dal consiglio comunale, che Cagliari è sporca e che la giunta Truzzu ha fallito proprio dove aveva promesso di più. Il sindaco di Cagliari più di tre anni fa vinse le elezioni per poche decine di voti grazie al malcontento dei cittadini per l'”aliga”, la nuova raccolta differenziata che fu il tallone d’Achille di Zedda, che a sua volta perse nettamente le elezioni regionali. Ma poi cosa ha fatto la sua Giunta per migliorare la situazione dei rifiuti, che costringe gli anziani a fare le scale con 40 gradi per portare giù ogni giorno i mastelli, oppure a tenere per giorni l’umido che puzza in casa? I cittadini sono scontenti, la “città dei giardinetti” è solo un ricordo e Truzzu non è Delogu. Nei cassonetti la spazzatura veniva gettata dentro, nei nuovi mastelli colorati invece viene lasciata anche fuori e sopra, all’aria aperta, in modo che l’odore nauseabondo riesca a penetrare facilmente nelle finestre di chi abita sopra.
Sono passati più di tre anni, e il centrodestra targato Truzzu sta perdendo le due partite più importanti, quelle della pulizia e della sicurezza. Tra Marina e Stampace uscire è un incubo, via Mameli sta diventando buia e pericolosa quasi quanto piazza del Carmine. La spazzatura gettata dai ristoranti rimane lì per notti intere, il resto lo fanno i soliti incivili. Ma non basta mettere qualche multa con le telecamere se non si ha un’idea su come cambiarla in meglio, la città. Una Cagliari ingiallita e imbruttita, dove viale Trieste è una vergogna e i progetti solo sulla carta forse verranno realizzati tra anni, come per via Roma o il nuovo stadio. La città sembra avere una linea comune, quartiere per quartiere: un letamaio a ostacoli, con angoli delle vie abbandonati da mesi al caos. E i turisti scattano foto. Tristi cartoline di una città gioiello rovinata dall’incuria.








