Un rito che ogni anno si rinnova, la festa più importante per tutti i cagliaritani è protagonista anche per questa 369esima edizione. Diciassette traccas, 2.800 persone in abito tradizionale, 32 gruppi di cavalieri, 56 miliziani, 80 suonatori di launeddas. Sono i numeri – imponenti – della processione di oggi, momento centrale della 369ª Festa di Sant’Efisio, che trasforma ogni anno Cagliari in una capitale della devozione popolare sarda.
Una sfilata solenne e colorata che coinvolge decine di comunità da tutta l’isola, con devoti a piedi, cavalli, costumi, musiche e simboli identitari di ogni subregione. Una celebrazione che ha radici antiche, ma che ogni anno si rinnova, confermandosi come una delle manifestazioni religiose più sentite e partecipate della Sardegna.
Il corteo è partito come da tradizione dalla chiesa di Stampace, dove il cocchio dorato del Santo inizierà il lungo pellegrinaggio verso Nora. Migliaia di fedeli ad accompagnare e ad aspettare il Santo lungo il percorso, fino al rientro previsto il 4 maggio, entro la mezzanotte, quando verrà sciolto il voto che ogni anno rinnova la promessa fatta nel 1656 per ottenere la fine della peste.









