Quattro accoltellamenti, tutti tra stranieri, in due giorni, alla Marina, contando anche le pugnalate sferrate in piazza Matteotti. E nel rione cagliaritano simbolo della movida ritorna la grande paura, il grande terrore. Anzi, il timore di vivere in un quartiere in balía di bande e sbandati forse è una sensazione, reale, che non ha mai abbandonato i residenti. In 50 si sono ritrovati in piazza Sant’Eulalia per urlare tutta la loro rabbia: “Speriamo che qualcuno si svegli e la finisca col dire che non c’è nulla di grave. Siamo passati dalle bande di ragazzini che bevono e fanno confusione ad altre bande”, afferma Sandra Orrú, a capo del comitato “Apriamo le finestre alla Marina”. Bande di stranieri, di nordafricani, stando alle cronache: “Si parla di divisione del territorio, di spaccio di droga, la situazione è tragica e il rione è statto abbandonato negli ultimi dieci anni. Non sono pochi fatti, ma un’escalation che dura da anni”. Tra i cartelli di protesta appesi ce n’è uno che recita: “Pedonalizzazione uguale tavolinizzazione senza sicurezza”. Cioè? “Qui si pensa solo a mettere tavolini e personalizzare. Sindaco, prefetto e questore devono fare qualcosa, devono intervenire”.
Preoccupati e allarmati anche altri residenti, come Marco Cadinu: “La Marina è un rione disorganizzato da capo a piedi e gli accoltellamenti sono l’esito finale di un disastro amministrativo che coinvolge questa parte del centro storico”. Carlo Macció è a capo del comitato dei residenti di Villanova: “Sono qui per portare la mia solidarietà, sperando che fatti di sangue simili a quelli capitati negli ultimi giorni non arrivino anche nel nostro rione, che ha comunque vari problemi. Tra la militarizzazione di un intero quartiere e la totale anarchia ci può essere una via di mezzo”. La ristoratrice Pamela Solinas, ieri, ha visto scorrere il sangue davanti al suo locale in via Napoli: “Alla Marina lavoro e ci vivo, non vogliamo spaventare le persone ma episodi simili aono quasi quotidiani, per questo ci appelliamo al sindaco e al prefetto, negli ultimi anni non è stato fatto quasi nulla”. Presente anche Claudio Cugusi (Psi-Sardi in Europa): “I politici sono cittadini come tutti gli altri e devono porsi il problema di come questi fenomeni non diventino incontrollabili. Tre accoltellamenti alla Marina in ventiquattr’ore sono un fatto gravissimo ed è molto bello vedere che i residenti scendano in piazza. Ora è necessaria la presenza dello Stato”, ammonisce Cugusi, da tantissimo tempo in prima fila sul tema della sicurezza e vivibilità anche nel cuore antico di Cagliari. “Perfetto, questore e sindaco devono fermare questo fenomeno. Non esiste altra possibilità se non arrestare chi delinque e sta terrorizzando questo quartiere”. Insomma, a un passo dal Far West.









