“La domanda principalmente è una: perché se noi rispettiamo tutti e protocolli e le distanze dobbiamo stare chiusi, mentre trasporti e market dove ci sono file e assembramenti possono lavorare e stare aperti?” La domanda è di Emanuele Frongia, presidente del Fipe Confcommercio Sud Sardegna che raccoglie il malcontento dei ristoratori cittadini, sempre più preoccupati dopo l’annuncio del Governo di estendere la chiusura alle 18 fino al 15 gennaio prossimo.
In centro a Cagliari il calo del fatturato si è attestato intorno al 30/40 % rispetto allo scorso anno. “Ma in periferia è anche peggio”, aggiunge Frongia, “pensate a tutti quei bar aperti davanti ai call center o agli uffici che hanno mandato il personale in smart warking. Non è solo un problema di affitti, ma c’è anche il costo delle bollette eccetera. Il Comune può fare poco e la Regione pure, servono associazioni che a livello nazionale si confrontino costruttivamente col Governo. Perché stanno scomparendo migliaia di aziende e tantissimi posti di lavoro rischiano di andare in fumo”.










