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“Oggi a mezzanotte chiudiamo. Un po’ come Cenerentola, alle 24, dovremmo correre giù dalle scale ricordandoci che tutto si sta trasformando e non saremo più un attività lavorativa, un impresa, ma ci trasformeremo in una Zucca”. E’ l’amaro commento di Emanuele Frongia, di Fipe Confcommercio Sud Sardegna, postato nel propri profilo Facebook. Intervistato Frongia non nasconde la propria amarezza per il rpovvie3diment che da oggi impone ai ristoranti lo stop alla mezzanotte.
“La nostra categoria sta venendo riconosciuta non come industria , ma come un posto che dopo la mezzanotte si trasforma in luogo di divertimento inutile e quindi che più chiudere, in barba agli investimenti fatti. E tutto questo ci dà un grande senso di frustrazione”, dichiara Frongia, “da marzo siamo in ginocchio per il lockdown, perché gli aiuti tanto i raccontati sulla stampa sono stati pochissimi e ci hanno solo garantito altri debiti, ci dicono di chiudere ma non ci vengono dati strumenti per la chiusura. Nonostante in Inghilterra ci siano studi che dicono che affermano come solo il 3 % dei contagi derivi da a pub e ristoranti, mentre la maggior parte sono trasporti pubblici o scuole. Quindi non capisco perché veniamo presi di mira noi. E’ stupida questa cosa. Oltretutto da un giorno all’altro ti trovi a dover chiudere e a stravolgere tutta la programmazione. Siamo frustrati, oggi monterà la rabbia e poi ci sarà l’azione, servono i controlli, ma veramente i problemi sono i ristoranti?
Per lo sport hanno differenziato tra attività amatoriali e quelle che invece rispettano i protocolli, come le palestre che restano aperte, perché invece i ristoranti no? Sono dei pensieri che da imprenditore mi faccio. E poi ci sono aspetti del Dpcm da chiarire. Esempio: Dopo la mezzanotte c’è la cessazione dell’attività o la chiusura? Ma io dopo mezzanotte posso continuare ad accogliere la gente anche senza somministrare? O devo mandarli via? Va chiarito. E sulle cerimonie? Se si presentano in 31 come mi devo comportare? E se arrivano altri clienti posso farli entrare? Si tratta di un decreto non proprio cristallino e che non generà una diminuzione dei contagi. Perché purtroppo non ci aspettiamo che la soluzione sia risolta. Siamo invece i primi ad essere penalizzati”.