Cagliari, ragazzini uniti per il 15enne accoltellato: sono stati loro a riferire nome, cognome e foto alle forze dell’ordine che, in poche ore, hanno individuato il presunto responsabile dell’aggressione in via Sicilia. Luca Pisano, coordinatore del team degli psicologi di strada: “È un buon segno”.
Hanno capito che il giovanissimo di Capoterra era grave, che era stato accoltellato seriamente e hanno messo da parte la paura e l’omertà colloborando attivamente per identificare l’autore del reato. “Sono stati minuti concitati quelli di ieri – racconta Pisano, che ha soccorso il minore – eravamo a Sant’Eulalia quando abbiamo sentito, visto tanti giovani dirigersi in via Sicilia. Poi le sirene delle forze dell’ordine e abbiamo iniziato a correre preoccupati, perché abbiamo subito pensato a uno dei nostri ragazzi. Arrivato in via Sicilia ho visto tanto sangue in terra e poco più avanti, verso l’incrocio, lui, a terra, pieno di sangue. C’era un medico, un turista inglese, forse, che per fortuna ha prestato le prime cure. Io ho rassicurato il ragazzo che piangeva, la sua fidanzata urlava, tanti altri ragazzini urlavano”.
È ancora scosso Pisano, che si è prodigato anche lui per salvare il suo ragazzino, perché quei giovani oramai sono figli di tutti coloro che ogni fine settimana scendono in strada per fargli capire il valore della vita. Sono passati pochi muniti, ma per Pisano sono stati tantissimi, prima che l’ambulanza arrivasse: in quel frangente di tempo si ricorda bene il sangue che il giovane ha perso, la disperazione, i fazzoletti che non bastavano. Ad un certo punto il giovane accoltellato ha perso conoscenza, “il medico mi ha detto di alzargli le gambe”. Poi è arrivata l’ambulanza e la corsa in ospedale. “Aveva una ferita vicino al rene, un’altra nella parte anteriore”. Il ragazzino è grave, la tragedia si stava per consumare, proprio quella annunciata da tempo dagli esperti che invocano misure per contrastare il grave fenomeno della violenza che accade nel cuore di Cagliari il fine settimana. Unica nota positiva: “Sia i ragazzini italiani che sia quelli stranieri si sono prodigati per collaborare con le forze dell’ordine, in genere regna l’omertà, ma non in questo caso”. Forse hanno capito che la morte può essere veramente dietro l’angolo e che basta poco per spezzare la vita, quella che i giovani hanno ancora tutta davanti a loro.










