Lunghi minuti di follia e violenza, una ventiseienne vittima di trentenne che, stando a quanto trapela, aveva conosciuto da poche settimane. La ricostruzione della violenza sessuale che ha portato alla sbarra il ristoratore cinese Luca Wang, molto noto a Cagliari per possedere il Sushi Niwa in viale Diaz e per essere tra i ristoratori cinesi maggiormente conosciuti in città, è affidata sia all’incidente probatorio, eseguito nel 2021, sia al decreto di giudizio firmato dal giudice dell’udienza preliminare Giuseppe Pintori, molto più recente. Luca Wang ha costretto la giovane a subire atti sessuali. Il 7 ottobre 2020, stando all’accusa, l’ha baciata due volte in ascensore, spingendosi contro il suo corpo, nel condurla dentro il locale Sushi Niwa, facendola sdraiare sulle sedie. Poi, contro la sua volontà, l’ha spogliata e, nonostante lei si divincolasse e cercasse di fermarlo, si è consumata la violenza. Wang ha afferrato la ventiseienne che, pur di cercare di andare via, ha preso un piatto per colpirlo. Una descrizione che, per l’avvocato Roberto Rocca, difensore di fiducia della ragazza, non lascia spazio a interpretazioni: “La mia assistita ha esposto quanto capitato in modo chiaro, confermandolo anche nell’incidente probatorio”.
Wang rischia una pena dai sei ai dodici anni. A supporto dell’accusa ci sono anche, oltre alla querela depositata il giorno dopo la violenza da parte della giovane, anche le successive comunicazioni, tra sopralluoghi e relazioni tecniche di genetica forense, da parte della squadra mobile della questura di Cagliari. Il trenta maggio si sottoporrà all’esame della corte e lì avrà l’occasione, anche insieme al suo avvocato Stefano Marciali, di raccontare la sua versione dei fatti, prima di ascoltare la sentenza del giudice.












