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Truffa aggravata e abusivismo bancario, sono queste le accuse che pesano nei confronti di tre intermediari delsettore degli investimenti mobiliari a seguito dell’operazione Andromeda delle Fiamme Gialle. L’operazione della Compagnia di Cagliari, sotto la direzione dell’Autorità Giudiziaria, muove i suoi passi dopo la querela presentata da un cittadino truffato: gli erano stati proposti investimenti finanziari in fondi esteri con una società svizzera, tramite un avvocato cagliaritano, con promessa di una elevatissima remunerazione di fatto non mantenuta.
Le indagini condotte dai Finanzieri si sono dall’inizio concentrate sull’individuazione di potenziali soggetti truffati che fossero collegabili al denunciante e al professionista: sono stati così individuate ulteriori tre persone, residenti nella provincia di Cagliari, anch’esse vittime della stessa truffa attuata con le medesime modalità.
Lo schema fraudolento ricostruito ruotava intorno a un sodalizio composto da tre professionisti: un avvocato del Foro di Cagliari e due intermediari finanziari, questi ultimi residenti in Veneto e ognuno rappresentante di società estere, con sedi, rispettivamente, in Svizzera e Slovacchia. Le vittime del raggiro venivano convinte della possibilità di beneficiare di facili e veloci guadagni attraverso la sottoscrizione di contratti di investimento in fondi esteri con le citate società estere.
A fronte dell’iniziale collocamento di denaro, i soggetti truffati ricevevano effettivamente dei primi guadagni, attraverso rientri di capitale, tali da indurli a credere nella bontà dell’investimento effettuato. Tale circostanza produceva, nei confronti degli artefici della truffa, un duplice beneficio: l’incremento della somma investita ed un feedback positivo, tale da far sì che ulteriori soggetti potessero legarsi alla catena fraudolenta degli investimenti.
Successivamente però, le somme fornite non venivano più investite in prodotti finanziari, ma rimanevano nella disponibilità degli ideatori del meccanismo censurato, i quali ne beneficiavano esclusivamente per proprie esigenze, venendo meno all’impegno assunto. A seguito dei primi riscontri, l’Autorità Giudiziaria ha disposto l’esecuzione di mirate perquisizioni locali nei confronti dei tre soggetti coinvolti e l’analisi dettagliata dei supporti informatici e della documentazione sequestrata, che ha consentito ai Finanzieri di individuare complessivamente ventisette truffati con le stesse modalità, nove di questi residenti nella provincia di Cagliari, che nel tempo avevano effettuato bonifici a vantaggio degli indagati per una somma complessiva quantificata in 1 milione di euro.
Dei ventisette soggetti vittime del meccanismo fraudolento, sette sono risultati essere ultrasettantenni.
A conclusione delle indagini, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, i tre coinvolti nel sistema fraudolento sono stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari.