Non c’è solo, stando alla denuncia di ieri dei Nas, la ricerca di ruoli che non può interpretare perché, semplicemente, non ha titolo (vedi il falso neurologo) nella vita di Salvatore Comacchio, ma anche la più “semplice” truffa. Legata, in questo caso, a tutta una serie di affitti non pagati che hanno portato, a gennaio 2020, il pm Marco Cocco a concludere le indagini e chiedere il rinvio a giudizio dell’uomo. Che oggi gestisce la Kalispera asd in via Francoforte 3 a Cagliari ma che, qualche anno fa, era a capo di un’associazione sportivo dilettantistica dal nome simile, la Kalisfit. Comacchio firma un contratto di locazione per uso commerciale con Giuseppe Puddu, a capo della Puddu Costruzioni srl. Il canone mensile da pagare è di circa duemila euro ma Comacchio, grazie ad assegni risultati impagati, non versa un centesimo e diventa debitore di 20740 euro. E c’è di più: dalle carte processuali emerge infatti che, oltre ai 3400 del deposito cauzionale, il quarantottenne avrebbe fissato la sua residenza, fittizia, ad Assemini, rendendo impossibile la consegna di un verbale di sfratto dopo tutta una serie di mensilità non pagate. E proprio grazie al mancato perfezionamento della notifica di sgombero che il giudice non convalida lo sfratto. Ma Puddu si rivolge all’avvocato Massimo Pacini che riesce a scoprire la reale residenza dell’amante dello sport col vizio di non pagare affitti: Castelvetrano, in Campania.
Presto sarà fissata la data dell’udienza, Salvatore Comacchio dovrà difendersi da accuse pesantissime e molto circostanziate, riassumibili nel capo di imputazione formulato dal giudice: “truffa”. Nei prossimi mesi, insomma, sarà possibile sapere con una sentenza se Salvatore Comacchio, per tutti Salvo, sia davvero un abile truffatore. Al momento ci sono prove e prime sentenze che fanno pendere la bilancia dal lato della condanna”.









