E la proposta delle bodycam sulle divise degli operatori si rafforza. A lanciare la richiesta sono stati, mesi fa, la Uil Fpl con i suoi segretari Fabio Sanna e Antonina Usala e l’Rls Stefano Trogu, “per il problema sicurezza degli operatori sanitari”: aggressioni e, addirittura, anche il molestatore seriale che avrebbe agito vicino alla sala mortuaria.
Tutto, ora, potrebbe cambiare, però: prendendo anche esempio dalla Asl del Medio Campidano, che ha di recente finanziato le mini telecamere da installare sulle divise, nel nosocomio di Cagliari questo deterrente, contro chi commette azioni malevoli nei confronti del personale ospedaliero, potrebbe presto essere attivato.
Ecco cosa avevano dichiarato i segretari a maggio dello scorso anno: “In occasione della giornata contro la violenza sugli operatori sanitari che si celebra il 12 marzo, un noto sindacato dei dirigenti medici ha reso pubblico nel 2024 i dati di un sondaggio su un campione dei propri iscritti dove sono emersi alcuni dati importanti. Dal sondaggio è emerso che il problema delle aggressioni degli operatori sanitari è più sentito tra il personale femminile e che i dipartimenti maggiormente colpiti sono quello di emergenza e quello psichiatrico. Nei vari pronto soccorso sono soprattutto i parenti ad aggredire il personale a causa del sovraffollamento, la carenza dei posti letto, del personale, contribuiscono ad istigare comportamenti aggressivi, mentre nei dipartimenti psichiatrici è il paziente ad aggredire”.
“Dai dati”, osservano dalla Uil, “emergerebbe che l’81% del personale sanitario ha subito aggressioni fisiche o verbali con percentuali differenti tra i pazienti stessi e i loro parenti. Ma il dato più preoccupante è che il 69% dei sanitari non denuncia l’aggressore gestendoselo da solo o con l’aiuto dei colleghi”.
“Anche il pronto soccorso del Brotzu non è indenne da questo fenomeno, nonostante la presenza fortemente richiesta anche dalla Uil Fpl del posto di polizia se pur non garantita h 24. Il rischio di violenza e aggressioni nei confronti degli operatori sanitari è un tema complesso di non facile risoluzione che richiede un approccio diversificato essendoci differenti cause di natura organizzativa, sociale ed economica, non di facile risoluzione a livello aziendale”.
Ma cosa si può fare per arginare o prevenire questo fenomeno? “Sicuramente una maggiore applicabilità della Legge 113/2020 da parte delle strutture
sanitarie affinché si dotino di piani di sicurezza con dei protocolli operativi per prevenire gli episodi di aggressione”. Da qui la proposta delle bodycam: “Per una maggiore tutela sia del personale che dei pazienti stessi. La bodycam è una micro telecamera che si posiziona sulla divisa degli operatori che dovrà essere attivata nei momenti critici della giornata lavorativa,come descritto anche dal garante della privacy, in grado di registrare e salvare tutto in memoria.
Qualora servisse, le immagini salvate possono essere messe a disposizione delle forze dell’ordine per eventuali indagini o accertamenti”.










