La Procura stringe il cerchio attorno alla morte di Luigi Gulisano e Marisa Dessì, i coniugi di 79 e 82 anni trovati senza vita nella loro abitazione di via Ghibli al quartiere del Sole di Cagliari lo scorso 5 dicembre. A quasi sei mesi dal tragico ritrovamento, sono stati disposti nuovi accertamenti dalla pm Rossana Allieri, decisa a fare chiarezza sui contorni ancora oscuri di quella che appare sempre più come una vicenda dai contorni inquietanti.
Venerdì 16 maggio sarà conferito un nuovo incarico al medico legale Roberto Demontis, chiamato ad analizzare alcuni frammenti di cute prelevati dai corpi. Obiettivo principale: stabilire con precisione l’orario della morte, elemento chiave per comprendere la dinamica dei fatti.
Il punto fermo dell’indagine resta la causa apparente del decesso: arresto respiratorio. Ma la presenza di nitrito di sodio nell’apparato digerente di entrambi i corpi ha indirizzato fin da subito le indagini verso un sospetto avvelenamento, probabilmente tramite il caffè. Tuttavia, una seconda ipotesi, emersa successivamente, ha sollevato il dubbio che le vittime possano essere state soffocate, forse con dei cuscini. In quest’ottica, la sostanza tossica potrebbe essere stata utilizzata solo per depistare le indagini, simulando un’intossicazione alimentare.
L’unico indagato è Claudio Gulisano, 44 anni, uno dei due figli della coppia, attualmente detenuto nel carcere di Uta con l’accusa di duplice omicidio volontario. A supporto delle indagini, il Ris dei carabinieri sta analizzando alcuni capi d’abbigliamento e un paio di scarpe sequestrate nella sua cella. Accanto al medico legale incaricato dalla Procura, sarà presente anche un consulente di parte nominato dalla difesa dell’indagato, rappresentato dall’avvocato Luigi Sanna. L’altro figlio della coppia è parte offesa, assistito dall’avvocato Gianluca Aste.
Secondo l’impianto accusatorio, il movente del presunto delitto sarebbe economico: Claudio Gulisano avrebbe eliminato i genitori per mettere le mani su alcune proprietà immobiliari di famiglia. A gravare ulteriormente su di lui, problemi finanziari derivanti dal fallimento di un supermercato che il padre gli aveva ceduto.
Tra gli elementi al vaglio degli inquirenti: un filmato che smentirebbe l’alibi dell’indagato, dichiarazioni di alcuni testimoni, dati estrapolati dai telefoni dei genitori e dal suo smartphone personale.