di Enrica Anedda Heinrich
CAGLIARI: UN SABATO MATTINA FRA DUBBI E SCONCERTO
Passo davanti al Caffè Genovese e noto un cartello su una sedia: ” Vendesi sedie da esterno, 10 euro l’una ! ” Incuriosita mi fermo a fare colazione e il titolare mi spiega che per disposizione del Comune ha dovuto ritirare tavoli e sedie e deve rimuovere la costosa struttura, autorizzata molti anni prima. Fine dei caffè all’aperto. Conseguenza della nuova politica comunale, secondo la cui follia dopo aver rimosso il tutto con notevoli spese si può presentare una nuova domanda che rimarrà inevasa per chissà quanto tempo. Se dovesse essere accolta, la domanda in ogni caso dovrà essere presentata di nuovo ogni anno, cosicchè, metti, togli e stai in ansia, rischi di prendere esose multe e buttare i tuoi guadagni a mare. ” Io ci ho rinunziato” mi confida il titolare.
Altri, quelli di Piazza Jenne, nell’attesa si sono buscati multe salate. Osservo che sarebbe carino mettere i tavolini direttamente nella piazza a fianco alla Basilica di San Saturnino così da offrire un servizio anche ai visitatori, ma mi spiega che la Sovrintendenza ” non vuole”.( Per intenderci quella Sovrintendenza che ha invece autorizzato l’orribile astronave sopra Terrapieno a poche decine di metri dalla Cattedrale) Do uno sguardo alla piazza, noto che è piena di transenne e ottengo l’ennesima spiegazione: la piazza è piena di buchi e in questi anni in molti sono caduti e si sono fatti male”. Le transenne sono lì da chissà quanto tempo, in mezzo ci passano i gatti che fanno parte di una colonia che si è insediata proprio dentro il giardino della chiesa dove ci sono persino le cucce (autorizzate da chi ?)
Più tardi capito al Lazzaretto dove stasera si terrà la Festa della CGIL; sventolano bandiere rosse, sotto le quali fa bella mostra il Sindaco, probabilmente intento nei preparativi. Mi domando se abbia notato il recente ristorante che nasconde alla vista di chi arriva un bene identitario come il Lazzaretto. Mi rendo conto però che mi faccio domande stupide e nel fare una passeggiata sul nuovo lungomare mi accorgo che finalmente dopo oltre due anni sono state ripulite le scritte dai muri della tettoia ( ed è già un miracolo), ma ce ne sono già altre che rimarranno ancora chissà quanto tempo. In compenso telecamere ancora non ce ne sono, mentre il bagno distrutto totalmente dai vandali dopo poco dalla sua costruzione è chiuso a chiave e mi domando a questo punto a cosa serva.
Insomma faccio troppe domande e come al solito mi do una sola risposta: a Massimo Zedda del decoro, della sicurezza e delle piccole attività della città non importa nulla. Mentre in quanto a gusto estetico e a rispetto per i nostri monumenti fra Giunta e Sovrintendenza sono una bella cricca. Povera Cagliari ! Poveri noi!












