Poco più di un mese fa Walter Piludu, grazie all’autorizzazione del Tribunale di Cagliari, ha potuto attuare la decisione, più volte espressa, di porre fine al suo calvario, dopo anni di convivenza con la Sla, la sclerosi laterale amiotrofica, ma non ha ottenuto il suo obiettivo principale: una buona legge che garantisca ai malati affetti da gravissime e inguaribili patologie invalidanti la libertà di scegliere una fine dignitosa.
Per rilanciare e continuare la battaglia dell’ex presidente della Provincia di Cagliari nasce ora un’associazione che porta il suo nome. L’obiettivo è riproporre all’attenzione pubblica e agli interlocutori istituzionali la richiesta avanzata dallo stesso Piludu ai principali leader politici italiani, e ottenere una buona legge che garantisca ai malati che si trovino in gravissime ed irreversibili condizioni di salute ( e in genere a tutti i cittadini, anche prima che siano colpiti da una malattia ) la libertà di scegliere una fine dignitosa. A Walter questa via d’uscita è stata assicurata dalla magistratura, ma ad altri il diritto di interrompere trattamenti sanitari non voluti ed evitare l’accanimento terapeutico è stato negato: è il caso, in Sardegna, dell’algherese Giovanni Nuvoli, che per protesta contro il no del Tribunale di Sassari, nel 2007, si lasciò morire di fame e di sete. Capita spesso che medici coraggiosi garantiscano una buona morte in silenzio, ma la battaglia di Walter Piludu è stata e ha voluto essere fino alla fine una scelta di trasparenza e di libertà. Continuare in suo nome è tanto più urgente oggi che in Parlamento si discute una proposta di legge su “consenso informato e dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari”., che, se non adeguatamente meditata e formulata, potrebbe paradossalmente determinare, sul piano della tutela del malato, un esito peggiorativo dello stato normativo attuale.
Si è registrato recentemente in commissione alla Camera un passo in avanti. Manca tuttavia, e va rapidamente raggiunta, la certezza di una formulazione che garantisca la libertà delle persone di decidere in modo insindacabile sui trattamenti medici in caso di malattia.
Nell’Associazione Walter Piludu, il cui nucleo promotore è coordinato dal giornalista Giancarlo Ghirra, compagno di scuola e amico di una vita, si uniscono intorno alla moglie e alla figlia, come una trama, i diversi pezzi della sua vita: amici, compagni e professori del liceo Dettori; compagni della sezione universitaria del Pci, ex dirigenti di primo piano del Partito comunista ed ex parlamentari, giuristi, avvocati, medici, rappresentanti della società civile e di associazioni che si battono per i diritti civili, studenti universitari, esponenti della Fondazione Berlinguer, che ha visto nascere nella sua sede l’iniziativa. Tra gli obiettivi, fondamentale è il coinvolgimento dei giovani e dell’opinione pubblica in una partita di libertà che è innanzitutto una battaglia culturale da combattere insieme ai tanti soggetti impegnati da oltre un decennio su questo fronte, a cominciare dalla Fondazione Luca Coscioni, alla quale Walter aveva aderito. Il primo obiettivo è ora far partire dalla Sardegna, in sinergia con movimenti impegnati sul fronte dei diritti civili una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare che garantisca a tutti i cittadini italiani la libertà di scegliere una dignitosa fine della propria esistenza.











