Si spegne un’altra insegna storica nel mondo del commercio di Cagliari. Chiude, dopo circa 70 anni, il bar Aresu di via San Benedetto. Dentro il locale si servono gli ultimi caffè, rigorosamente d’asporto, in una domenica di fine maggio dove il cielo è grigio come i volti, tristi, dei tanti clienti di una delle caffetterie più longeve del capoluogo sardo. Dietro il bancone, ormai spoglio di bottiglie e bicchieri, il barista Luca Lobina saluta e dispensa sorrisi di speranza: “Andrò a lavorare nel bar della stazione di piazza Matteotti. Purtroppo si chiude, lascio un pezzo di cuore qui, ho lavorato per 21 anni. Il giorno è arrivato, la notizia ci è stata data da meno di un mese. Prepariamo le valigie, il Covid non c’entra ma bensì sono riusciti a venderlo dopo anni di ricerche. Questa zona mi mancherà”. Da domani, quindi, le serrande saranno abbassate. Ma, a quanto pare, non sarà per molto.
L’attuale gestore, Salvatore Melis, ripensa con malinconia ai decenni trascorsi dentro il bar di proprietà “degli Aresu, sono miei parenti. Sono arrivato qui nel 1961, avevo quindici anni. Poi, ho aperto altri locali, il bar Aresu l’ha preso in gestione mia sorella. Dal 2005 a oggi l’ho gestito io, l’ho rinnovato ma ho lasciato il nome del mio cognato”. Aresu, appunto. “Questo bar mi ha dato la benzina per crescere e per diventare abbastanza capace. I miei parenti mi hanno detto di aver trovato la persona che ha voluto comprare il locale”. Per continuare a fare caffetteria? Sembra di no. A precisa domanda su alcuni rumors che danno per certa l’apertura di un ristorante, Melis risponde: “Sì, penso proprio di sì. È ciò che si dice”. L’imprenditore spiega anche di aver cercato di mandare avanti l’attività: “Avevo fatto un’offerta, ma volevano parecchio”. E allora, giù le serrande.










