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Un’altra insegna che “cade” per terra e si frantuma, sotto il peso della crisi generale e del periodo di stop per la pandemia del Coronavirus. Cagliari dice addio al ristorante “I Mori”, aperto sei anni fa nell’ultima parte del Corso Vittorio, quella non diventata pedonale, da Antonello Spissu. Prima, sin dal 1987, aveva diretto il ristorante con il nome quasi simile, “I 4 Mori”, in via Angioy. Poi, varie vicissitudini e il cambio di location. Oggi, la chiusura: un ristoratore conosciutissimo, tra i “re” degli antipasti di mare ed esperto di quella cucina tipica di una città che affaccia su quell’enorme distesa d’acqua che è il mar Mediterraneo. La doppia sala non c’è più, sedie e tavoli sono già un ricordo: “Novanta giorni chiusi e appena 600 euro di aiuto dal Governo. Impossibile andare avanti”, esordisce Spissu: “Purtroppo, due più due fa ancora quattro: tra l’affitto di 2mila euro al mese, le bollette della luce da 1500 euro, l’acqua, i dipendenti e l’Inps, molto meglio attendere tempi migliori”. E, nell’attesa che arrivino, se arriveranno, tanti saluti a tutti: “Stiamo vedendo come poter ottenere davvero gli aiuti alle aziende previsti dai vari decreti del Governo. Questa è una Terza guerra mondiale, lavoro dall’eta di diciotto anni e, a ventisette, gestivo già un ristorante”. Altri tempi, “l’economia girava e non c’era la crisi che c’è oggi”.
Spissu, da sempre, aveva manifestato tutto il suo disappunto per il nuovo Corso Vittorio: pedonalizzato per due terzi, il tratto nel quale c’era il ristorante era quello escluso, ma un altro problema “è stato la mancanza di parcheggi”. Parere personale, quest’ultimo, e legato a varie lamentele che avrebbe ricevuto dai clienti: “L’aver creato un’isola pedonale ha cambiato le abitudini di tutti i commercianti, e alcuni sono stati danneggiati”. Il futuro? Incerto, per Spissu: “Vorrei riaprire, prima però mi servono soldi. Di sicuro, se tornerò a lavorare, sarà in un’altra zona della città”.