di Paolo Rapeanu
Sessantasei anni, dal 1983 Enrico Marras abita in via Principe Amedeo, nel cuore del rione portuale della Marina. La sua, da presidente del comitato “Rumore no grazie”, è una guerra che parte da lontano: “Fino al 2009 si dormiva regolarmente, poi hanno aperto bar, locali e piazzato i tavolini sulle strade. Da otto anni non dormo più, così come mia moglie. Siamo in cura perché ci è venuto un esaurimento nervoso dovuto al bombardamento notturno del rumore”, afferma. Ma la Marina, 20 anni fa, era un quartiere nel quale la sera e soprattutto la notte era pericoloso passare. “Macchè, è l’esatto contrario, adesso è pericolosa tra scippi e accoltellamenti. I miei figli, in passato, circolavano senza problemi a tutte le ore, adesso quando vengono a casa chiamano ogni notte la polizia”.
Chi finisce nel mirino? Il Comune: “La Regione ha chiesto il Piano di risanamento acustico, il Comune l’ha fatto preparare da una società romana spendendo tra i 40 e i 50mila euro, ma è misteriosamente chiuso in un cassetto, forse perché contiene cose non piacevoli?”, domanda Marras. “Tra visite mediche, ricette e medicinali ho speso circa duemila euro. Conservo tutto, perché prima o poi qualcuno dovrà pagare”.











