Ma tra la nuova carrozzina e Maurizio c’è di mezzo la burocrazia, e non solo.”Non voglio raccontare le peripezie di Ulisse ma la vera odissea che devono affrontare i disabili per ottenere una carrozzina nuova. Mi scuso per il paragone esplicito, un disabile costretto a stare seduto, una figura retorica con proprietà somiglianti a un essere mitologico, metà uomo e metà carrozzina, dal momento in cui uno non usa più le gambe e i piedi per camminare, ma ruote, elemento indispensabile che costituisce un tutt’uno, una fusione con la persona stessa! Vorrei che questa mia parte integrante alternativa fosse almeno delle misure giuste, ne troppo alta ne troppo bassa, ne larga, ne stretta, comoda e confortevole, che calzi a pennello e del colore che più mi piace, come cucita addosso da un sapiente “sarto”, d’altronde sarà la mia compagna di vita sino alla fine dei miei giorni, ed è quello che ho ottenuto 15 anni fa essendo affetto da una grave forma di distrofia muscolare. Non mi piacciono gli sprechi, l’ho sfruttata oltre il massimo consentito, ormai è ridotta ai minimi termini e giustamente va rottamata. Benissimo, conosco l’iter da seguire e ottenute le scartoffie necessarie, dritto in Via Romagna a Cagliari, Asl N°8 , servizio assistenza protesica. Tutto a posto? Ma neanche per sogno! La carrozzina prescritta dallo specialista, secondo le mie esigenze, non è più autorizzata dalla Asl, niente più “sapienti sarti” che l’adattino alle mie caratteristiche fisiche, niente più misure giuste, niente più colore preferito, niente più presidi nuovi, ora pensa a tutto la “Home Care Solution”! Non è uno spot pubblicitario ma l’azienda fornitrice di “trabiccoli” riciclati”, vincitrice dell’appalto regionale, che ha il compito di rimettere in circolazione ciò che era stato già rottamato, rifilandolo ai malcapitati che hanno la necessità di un cambio forzato, come nel mio caso.
Questo è solo il primo step. Nel caso non abbiano nulla di simile in magazzino, si passa al secondo step, ecco che la Asl fornirà una carrozzina standard, una delle tante acquistate in blocco, senza tener conto delle necessità di ognuno di noi disabili, prendere o lasciare, che ci piaccia o meno, ma soprattutto , che sia adatta o meno! Che mi spieghino come si fa, con un corpo devastato, sbilenco e buffo, ad appollaiarsi su una carrozzina del genere, senza tener conto che certi presidi devono essere perfettamente adattati. Ai signori economisti, che per ridurre gli sperperi hanno deciso di tagliare i costi della sanità in Sardegna proprio sulle forniture ortoprotesiche, infischiandosene che in gioco non c’è soltanto la salute ma anche la dignità degli utenti, a loro vorrei chiedere che effetto gli fa sapere dell’assenza, nelle fasi di consegna, del tecnico ortopedico che dovrebbe occuparsi dell’adattamento dell’ausilio e spiegarne l’uso all’utente, consegna di ausili e presidi ortopedici senza imballo e spesso sporchi, mancata sanificazione degli ausili usati e soprattutto tempi di consegna biblici, proprio così, perché l’odissea vera e propria, sono le lungaggini per arrivare allo step finale che nessuno sa quale sia. Infatti questa carrozzina fornita dalla Asl difficilmente sarà adatta alla mia persona a causa della mia patologia, perciò il collaudo verrà bocciato e il calvario continuerà. Ebbene, questo strazio burocratico per me è cominciato a febbraio 2025 e sono ancora al primo step, con una carrozzina in uso da 15 anni che mi cade a pezzi, consapevole che passerà ancora tantissimo tempo prima che ottenga quello che è un mio diritto avere. Siamo stufi di essere considerati “figli di un Dio minore”, siamo persone che hanno meno degli altri e che si ritrovano ad affrontare i problemi e le sfide di ogni giorno partendo già in svantaggio. La nostra vita è inventare, trovare soluzioni, alternative. Non voliamo, non camminiamo, non usiamo i piedi ma le ruote, ma per favore, non rendeteci la vita ancora più dura di quanto lo sia già, per poterci sentire “maledettamente, dignitosamente e orgogliosamente vivi sino alla fine”.